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Le seguenti note principalmente s'avranno da imprimere su le monete, cosí d'oro come d'argento, che di nuovo si faranno, o nel circolo, o nel mezo in colonna, o dove parerá che debbano star meglio, con caratteri o di lettere o di numeri, con i suoi punti, e con ordine e modo tale che da tutti possano esser facilmente intese.

E, se bene ad alcune persone forse parerá, in questo primo moto, che detti ordini saranno accettati da alcuni e da alcuni no, dicendo anco che si procederá per l'avenire di male in peggio, a questo loro parere con brevitá rispondo: che dopo la publicazione del detto Discorso, ogni particolar persona sará come signore e prencipe nello accettare i danari, cioè di pigliarli a libra a libra e ad uno ad uno, solamente per li giusti valori della rata del puro e del fino che in essi ed in ciascuno di essi si troverá essere; e ciò è sempre stato ed è di mera volontá di tutti li prencipi e signori.

La terza, che facciano provigioni di tempo in tempo, e particolarmente quando si dará principio all'osservazione delli presenti ordini, che tutti quelli, che porranno argenti nelle zeche per farli coniare, debbano ridurre la quinta parte di essi in monete minute, over altra porzione, come a' detti prencipi parerá, e di quelle leghe ch'essi conosceranno esser piú necessarie.

SINESIO. E ne giurarei. ARREOTIMO. Or per questa giustizia, avendola voi commendata di vostra bocca e giurato che cosí fareste, diamo Erasto vostro figlio in poter della giustizia, o che gli diamo cinquanta pugnalate nel cuore, e se vi è, un castigo piú severo di questo; e se voi non fate far la giustizia che m'avete promessa, provederò io per quella via che miglior mi parerá.

Vogliamo non siate tenuti, ne' grauati ad alloggiar Soldati ne' aprestar loro, ne' ad altri vffitiali robbe di Casa uostra sotto qualsiuoglia colore, e' cosi' li Caualcature, Carrozze o' altro. Non uolendo, che nessuna persona ui dia fastidio sotto quella pena, che a noi parera' alla quale uogliamo sia tenuto il Padre per il Figliolo, & il Padrone per il garzone.

E perché forse a molti parerá cosa molto strana e difficile il pagare le fatture delli danari overo il dare certa annua provigione alli zechieri che li faranno, a queste cosí fatte loro opinioni rispondo che ciò non dovrá parere cosa fuori del dovere; imperoché, o che si vuole che ogniuno abbia realmente il fatto suo nelli pagamenti con oro o con argento coniati, overo con le nominazioni ed i sopranomi alle volte alle monete dati, e come per proverbio antico si suol dire «che si dia o che si riceva l'ombra per la carne»: or dica ciascuno sopra ciò il parer suo.

MASTRO ANTONIO. Mi no voio tante feste, digo. PRUDENZIO. Non me andate, de grazia, tentando de pazienzia; ché, se ci revoltaremo, vi parerá che non è necessario de stare a vociferare qui come un demente. MASTRO ANTONIO. Mentite pur vu; e, se no me paghé, farò... PRUDENZIO. Odite. Non entriamo in su le parole altercatorie. Parlate equamente, e basta. MALFATTO. Sta' a vedere che faremo alle pugna.

Guarda qui. MALFATTO. Non voglio piú guardare. Ma, come torno, voglio far un altro patto con voi e, se non ce vorrete stare, ve nne andarete con Dio. PRUDENZIO. Vien presto, sai? MALFATTO. Verrò quando parerá a me. FULVIA. Caminiamo, Rita, ché l'è notte. RITA. Vostro danno! Perché non siamo andate piú a bon'otta?