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Allora la donna prese da uno scaffale un libraccio infarinato, un vero dizionario della crusca, perchè conteneva tutti i conti del mulino, ove si registravano i tesori della lingua: il pane e la polenta che alimentano la popolazione. Deposto il volume sul tavolo, si sedette gravemente, e sfogliandone le sacre pagine andò a cercare il mio nome fra i debitori morosi.

È legge di cortesia rispettare i presenti. Tira, via, non c'è pericolo. Sei qui in mezzo a debitori morosi e della più bell'acqua del mondo. Or bene, ripigliò allora il Valerga, sappiatelo; i creditori.... non hanno anima. Bella scoperta! È vecchia più di Matusalem. ; ma c'è di peggio. Che cosa?

No, a vostro comodo, Pinaia. Me la manderete domani. E grazie, non è vero? Lei è troppo buono, signor conte; rispose mastro Pinaia, facendo le viste di non aver capita l'ironia. Sia pure; rispose Maurizio, che voleva mostrare di aver capito il complimento del fornaio arpagone. Ma vi pregherò di non ridirlo a nessuno. Non vorrei che mi metteste sulle braccia tutti i debitori morosi di San Giorgio.

Eh continuava il barcaiuolo epicureo ai tempi delle lustrissime Adriana e Marina ci si divertiva in Palazzo. Altro che adesso! Non s'eran mai viste due cognate che se la intendessero meglio di quelle. Mai una gelosia, mai la cattiva azione di portarsi via i morosi, ma invece un aiutarsi, un difendersi ch'era un piacere a sentirle. Io ero il confidente di tutt'e due, e quando l'una o l'altra diceva di voler la gondola a un remo solo e che quel remo dovevo esser io, sapevo benissimo di che si trattava. Qualche volta i due mariti e i due rispettivi cavalieri serventi volevano tirarmi in lingua. Mi ricordo che un giorno il nobiluomo Barbo, che serviva la lustrissima Adriana, mi disse: «Tu tieni il sacco a quella fraschetta.» «Nobiluomo io risposi la parli con rispetto della padronaSicuro; perchè io non ammettevo scherzi su questo proposito.... Ma quando potevo, coi debiti riguardi, dare un buon consiglio alle lustrissime, mi facevo coraggio. E raccomandavo loro di usar prudenza e di salvare le apparenze, che son quelle a cui il mondo bada di più. Così facevo il mio dovere, e le padrone, che non avevano ombra di sussiego, me ne ringraziavano. Erano due angeli, quelle donne, e non è mica a credere che fossero cattive mogli. Bisognava vederla Sua Eccellenza Adriana durante la lunga malattia del marito. Pareva una suora di carit

I ricorsi alla Corte di Napoli non tardarono: e la Corte fece dare alla potente Marchesa soddisfazione del pubblico affronto; ma permise sequestri alle rendite dei morosi. I nobili ne sorrisero; i Deputati per le strade sogghignarono; gli uni e gli altri in apparenza soddisfatti; in sostanza scontenti, perchè, correggendo la forma, il provvedimento regio lasciava le cose come stavano.

Ordinarî i ricorsi per lesioni di preminenze e per negata reintegrazione in diritti perduti, o infirmati per mancata osservanza dei Capitoli. Comunissime le richieste di maestri morosi ai pagamenti, imploranti la dispensa di essi, la quale consentisse loro l’ambita elezione a cariche ufficiali, non altrimenti permessa dai Capitoli medesimi.