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E cosí, spoglio oramai d'alleati, Federigo fuggí di Pavia alla primavera dell'anno seguente 1168 con una trentina di tedeschi ed alcuni statichi nostri. I quali poi, mentre passava per Susa a Moncenisio, gli furon tolti di mano da quell'ultima nostra cittaduzza. Dicesi ne facesse impiccar uno, e ciò sollevasse que' generosi borghigiani. Continua.

Quindi il papa tornò a Roma, e pacificossi definitamente col senato; e l'imperatore, visitata Toscana e Genova, pel Moncenisio ritornò in Germania. Ed indi, ne' sei anni della tregua, negoziando con parecchie cittá separatamente, ed assicurando loro cosí per ogni caso que' tristi privilegi, che, soli in somma, eran voluti da tutti, ei le staccò.

S'abbocca oltre Alpi con Adelaide ed Amedeo, la torinese ed il savoiardo madre e fratello di lei; e per averne passaggio concede loro nuovi comitati, accrescimento a lor potenza giá grande. Quindi varcano il Moncenisio; e per Torino e Piacenza arrivano tutti insieme a Canossa. Ivi stava coll'altra gran contessa Gregorio, ricevendo, penitenziando, assolvendo scomunicati.

Scendendo il Moncenisio arse Susa, a vendetta del fatto di sei anni addietro. S'avanzò ad Asti, la quale, meno devota a libertá che non la prima volta, entrò in patti e si sottopose. Finalmente, adunata questa a Modena, mandò un esercito; e Federigo, levato l'assedio , mosse verso quello. Seguirono trattati nuovi, che non condussero a conchiusione, ma che giá allentarono la Societá.

Il progresso infrange l'edifizio granitico inalzato dall'oscurantismo e sorretto dalla violenza: il progresso debella ogni ostacolo, apparisca pur formidabile. Quando si fora il Moncenisio e si taglia l'istmo di Suez, potr

Quindi, rendendo servigio per servigio, scendea Pipino in persona per Moncenisio alle Chiuse di Susa, fatali a' longobardi; e rottovi Astolfo e assediatolo in Pavia, n'ottenea promessa di pace a Roma, e restituzione delle conquiste, e poi tornava a Francia.

Scese Arrigo in sul finir del 1310 pel Moncenisio; venne ad Asti, giunse a Milano, e vi ricevette la corona reale . Sollevossi il popolo; e, represso, ne rimaser ricacciati i Torriani, ritornati in potenza i Visconti, che non la perdettero piú. Sollevaronsi, ripacificaronsi parecchie cittá di Lombardia. Brescia sola, fin d'allora piú perdurante dell'altre, fu assediata e presa.

Ma fra tante nobili imprese, bella e memorabile è la parte che sostenne presso di Arrigo. Narran gli storici che, giunto l’imperatore ove dall’alto del Moncenisio s’incomincia a scorger l’Italia, inginocchiatosi, ad alta voce pregò Dio che lo serbasse illeso fra la rabbia de’ Guelfi e de’ Ghibellini. Il che udendo Amedeo, disse ad Arrigo, che in pro dell’Italia il miglior consiglio era quello di non favorire più l’una parte che l’altra, ma soffocare gli odi e gli sdegni, e ogni seme di discordia fra gli estremi partiti. Nobil proposito, che nella dinastia di Savoia perdurò sempre fino ai nostri, ne’ quali ebbe in sorte di vederne i salutevoli effetti. La qual dinastia dappoichè cominciò a regnare, adopratasi per tanti secoli col senno e con la mano a farsi potente e gloriosa, e favorire la causa nazionale, bene oggimai dal voto unanime della nazione potè meritarne col supremo potere la debita ricompensa. E meglio per Arrigo e per lo scopo propostosi, se, giusta l’avviso d’Amedeo di Savoia, giunto in Italia non avesse fatto altro che metter pace fra le divise citt

«Che dirvi di quel viaggio? Non impiegammo che un'ora per tragittare dal Moncenisio a Parigi, ma quell'ora è bastata a svelarmi l'orrore della mia situazione. Il linguaggio di quegli apostoli che mi parlavano dei loro disegni, che mi interrogavano, per prender consiglio, il più delle volte mi riusciva incomprensibile. Basta dunque un mezzo secolo a corrompere ogni idioma, ad alterare perfino le inflessioni della pronunzia? Essi accennavano ad istituzioni, alludevano ad avvenimenti a me ignoti; nominavano scrittori e scienziati vissuti nell'ultima met

Ma Carlo il calvo se ne libera per allora; ed è incoronato imperatore a Roma da papa Giovanni VIII, e poi re a Pavia. Ripassa in Francia, ritorna in Italia contro Carlomanno tornatovi; n'è cacciato, e fuggendo pel Moncenisio, muore nell'877. E continuano le depredazioni de' saracini, le guerre complicate al mezzodí.