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Che infatti nelle ore pomeridiane del 6 maggio al Ponte Seveso ed in via Napo Torriani gli operai dello Stabilimento Pirelli si dettero a tumultuare sotto vari pretesti e specialmente per l'arresto di un individuo che spargeva un manifesto socialista diretto: ai Cittadini lavoratori; e tali tumulti si cambiarono in rivolta e guerra civile con devastazioni e saccheggio nei successivi giorni 7, 8 e 9, nei quali le turbe numerosissime di persone di ogni et

Quindi non poche anime timorate si faceano coscienza di seguitare la bandiera del Biscione: ed Uberto non favoriva i parenti suoi che repugnante, e quel tanto solo che pareva esigere il suo decoro e la fede di cavaliero. Però in una mischia avvenuta in Milano quando, nel 1302 i Torriani fecero un estremo sforzo per rientrarvi, Uberto era stato abbattuto da sella, e tra la folla e sotto ai piedi dei cavalli, si era per alcuni minuti vista la morte ad un pelo. Onde avea promesso alla Madonna di smettere le armi, impugnate per causa non giusta; ed avea creduto effetto di quel voto la generosit

Quasi tutta Lombardia ne rimase guelfa. I Torriani ne crebbero in Milano; gli Scaligeri ne sorsero all'incontro in Verona, e vi continuarono la potenza, il capitanato ghibellino di Lombardia. Intanto Manfredi, udita, o data, una falsa nuova della morte di suo nipote re Corradino, avea presa la corona di Puglia e Sicilia; e udito che quegli viveva, serbolla, nominandolo suo successore.

Il Callegari e il Castelnuovo poi presero parte ai disordini di via Napo Torriani ed a Porta Venezia e devono quindi rispondere anche di ciò: quanto all'Invernizzi nessuna prova si è raccolta a suo carico e deve quindi essere prosciolto.

Ramengo, secondo che la fortuna delle armi gli faceva scorgere nella donna sua un istrumento opportuno od inutile alle sue aspirazioni, l'aveva o meglio o peggio trattata, ma quando seppe rovinate le speranze dei Torriani, usò maniere di tal rigore, con quanti nel territorio si potevano credere devoti a quella parte, che tutti ne stavano pessimamente.

Così cercando senza curare del proprio pericolo, riuscì Alpinolo sulla piazza dei Mercanti, e la vista di quel luogo, di quei portici gli esacerbò il cordoglio; insaccò poi per l'angusta callaja di Santa Margherita di Gisone, e venuto al luogo, che chiamavano le Case Rotte pei rottami che vi si vedevano del diroccato palazzo dei Torriani e del loro giardino, quivi appunto incontrò il Pusterla.

I cittadini di Monza, agitati dentro dalle fazioni dei Magantelli e degli Stratoni, e minacciati fuori dalle armi dei Visconti e Torriani, avevano (gi

Scese Arrigo in sul finir del 1310 pel Moncenisio; venne ad Asti, giunse a Milano, e vi ricevette la corona reale . Sollevossi il popolo; e, represso, ne rimaser ricacciati i Torriani, ritornati in potenza i Visconti, che non la perdettero piú. Sollevaronsi, ripacificaronsi parecchie cittá di Lombardia. Brescia sola, fin d'allora piú perdurante dell'altre, fu assediata e presa.

Che i tumulti, avvenuti in varie parti del Regno, che si estesero a Piacenza e Pavia, agitarono profondamente la classe operaia in Milano, e nelle ore pomeridiane del 6 scorso maggio un fatto, che in altre circostanze sarebbe rimasto inavvertito, quale fu l'arresto di un operaio spacciatore di manifesti sovversivi, determinò i primi tumulti a Ponte Seveso e più tardi in via Napo Torriani, durante i quali vi furono morti e feriti.

La giornata era il 7 maggio 1898 una giornata piena di sole. I fatti di Ponte Seveso e di via Napo Torriani avevano fatto scrivere al direttore dell'Italia del Popolo l'ormai famoso trafiletto intitolato: «Ne erano assetati». Lo salto senza commenti, perchè tu non hai bisogno di essere sequestrato. Tu non godi i privilegi del Corriere della Sera, neppure in tempi ordinari.