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Dunque, messeri, comandò il capo dell'impresa: fra quattro ore a Rupemala. Non ho cavalli grami! incioccò i denti Aginaldo. Non dico questo: ne è caso vi offendiate. Ad andare al vostro un'ora, a rassegnare le armi e i vassalli un'ora e mezza, un'altra e mezza dal vostro castello a Rupemala, o forse manco, perchè le vostre scuderie hanno tanta rinomanza quanto il vostro valore.

Per lo che, dirigendosi generosamente a sua moglie, le ordina: Madonna, vogliate avere la cortesia di dare udienza ai messi di vostro fratello, che certo di qualche cosa manda a noi a raccomandarsi. Sigelgaita allora si rivolge ai legati e sclama: Favellate, messeri, chè la volont

Il Conte di Provenza, avvisato tosto del caso, però che la Cronaca, quantunque con poca apparenza di vero, racconta come quella imboscata si fosse condotta lui non consapevole, si volse ai Cavalieri che lo circondavano, e favellò breve discorso: «Lasceremo, Messeri, in mano dei nostri nemici i nostri fratelli, perchè furono più valorosi di noiAfferrava la sua pesante mazza d'arme, chè la rimanente armatura per antico costume non deponeva mai quando stava nel campo, e balzò fuori della tenda.

Donna Placidia, di sull'uscio della cucina, contemplava quella strana processione, e al silenzio che regnava nella sua stia, le pareva che i suoi polli cantassero in corpo a quella gente contenta. La quale fu vista a gruppi scendere dal colle, col pievano in mezzo, tronfio, acceso in volto, e, si sarebbe detto, beato d'aver pasciuto quei messeri, che lo menavano a zonzo.

Comandate, magnifici messeri! fu pronto a dir l'oste, a cui erano rivolte le ultime parole del Picchiasodo. C'è pane e cacio, uova da farne una frittata in un batter d'occhio, e se vi piace, posso anche ammannirvi un pollo allo spiedo.... Ottimo amico! Ostiere degno della mia stima e della mia pratica! gridò con burlesco fervore quell'altro.

Tra il silenzio Eude parlò: Da valenti cavalieri. Il giuoco fu aperto con gagliardìa, sostenuto con scienza, finito... No, messeri, finito non può dirsi: pure io, re d'armi, dichiaro che sia finito, e ognuno di voi faccia promessa di attenersi al mio detto. L'accanimento mi piacque! Per il che io dichiaro qui che nessuno dei due combattenti procedette per virtù occulta: ambidue invitati a comparire innanzi al seggio della regina. A me è data facolt

Che tu se' un pendaglio da forca o ch'io vo' lardellarti la lingua, per farne vivanda regalata al diavolo, tuo padrone. Va via, e vedi se la Rosa ha in pronto la frittata. Perdonate, magnifici messeri! Quel tristanzuolo mi ha fatto perdere la tramontana, colle sue invenzioni. Non dico che qualche volta.... Sicuro, i tempi son grami e le riprese scarse; ma io ho sempre pagato volentieri la taglia, la decima, e tutte l'altre gravezze.... perchè, gi

Indi, a voce alta proseguì: Vedo che voi, magnifici messeri, siete amici del nostro Marchese, che Iddio prosperi e innalzi su chi gli vuol male. Di certo siete qua venuti per fargli una sorpresa.... Vedi il destro arcadore! Ei l'ha imberciata alla prima. Sicuro, siamo venuti a fargli una sorpresa, e sar

Non lo diranno più, per bacco baccone, borbottava egli tra i denti, non lo diranno più che il San Donato è farina del mio sacco. Ai massari del Duomo vecchio, poichè ebbero veduto il dipinto e udita quella gara di lodi, mastro Jacopo parlò in questa guisa: Orbene, messeri onorandissimi, che vi pare? Dobbiamo noi rastiare l'intonaco e dipingere un altro Miracolo di san Donato?

Fa intanto stringer le cinghie ai cavalli. Sarete serviti, magnifici messeri; e caverò fuori un fiaschetto di malvasia, che vien proprio da Candia, pel bicchier della staffa. Sta bene; e tu piglia questo per l'opera tua; credo che baster