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«Delle tue figlie, tre ne possiede Giove padre, sovrano d'ogni cosa; tre ne sposò il signore che governa il ponto; di due Febo governa i talami; ed una l'ebbe Ermete, il buon figlio di Maia: ché cosí Amore e Cipride li convinsero a venire nascostamente alla tua casa, a rapire le nove giovinette.

17 Come Febo la candida sorella fa più di luce adorna, e più la mira, che Venere o che Maia o ch'altra stella che va col cielo o che da si gira: così facundia, più ch'all'altre, a quella di ch'io vi parlo, e più dolcezza spira; e d

Dove si va? All'Ospizio di Oropa. In questo ci arresteremo un po' fra alcuni giorni: scegliamo per ora le scorse. Si va a Cossila, lunga e sottil, sino allo stabilimento idropatico aperto nel 1858 dal dottor Vinea ed ora tenuto del dottor Emilio Coda con poco prospere sorti: si va al Favaro dalla fia di Nastasia e si può salire alla vetta della Burcina: a Pollone, al grandioso lanificio Piacenza: a Sordevolo, paese sull'Elvo, dove strepitano le industri macchine del Vercellone, del Sormano, del Maia, dove ancora si rappresenta eroicomicamente il mistero della passione e morte: all'austero convento della Trappa (1058 m.), fra le cui tetre rovine d'arcate, di sale, di celle, di refettori, si scalcinano all'eterno oblio i moniti salutari dipinti; dietro la Trappa in un piccolo abituro c'è la tomba, colla scritta C. W. 1803, dell'ultimo di quei laboriosissimi monaci agricoltori: si va all'Ospizio di Graglia, di cui ciarleremo più sotto: ai due Occhieppo: al villaggio di Graglia: al castello di Gaglianico, donato nel 1152 da Federigo imperatore al vescovo Uguccione, il fondatore di Biella-Piazzo: al castello di Moncavallo: alla vetta del Bricco e al castello di Ternengo, a Pettinengo, a Mosso: ad Andorno, a Sagliano-Micca, all'Ospizio di san Giovanni, pei quali luoghi prometto tre ciarle: si va alla Colma d'Andorno, ai tre Turlo, alla Bocchetta della Sessera: a Tolegno; alle castella di Perrione, di Verrone, di Valdengo, di Perretto, di Castellengo, di Repolo, di Masino, d'Azeglio... Volete altro? Non finirei più: e vi dico che queste sono tutte scorse bellissime che soddisfano tutti i gusti. La signora trover

«E li parenti miei». È colui che si manifesta qui, Virgilio; e prima si manifesta dalla regione nella quale nacque, in quanto dice, «furon lombardi». Dove è da sapere che Virgilio fu figliuolo di Virgilio lutifigolo, cioè d'uomo il quale faceva quell'arte, cioè di comporre diversi vasi di terra; e la madre di lui, secondo che dice Servio Sopra l'«Eneida», quasi nel principio, ebbe nome Maia.

Vidi la figlia di Latona incensa sanza quell'ombra che mi fu cagione per che gia` la credetti rara e densa. L'aspetto del tuo nato, Iperione, quivi sostenni, e vidi com'si move circa e vicino a lui Maia e Dione. Quindi m'apparve il temperar di Giove tra 'l padre e 'l figlio: e quindi mi fu chiaro il variar che fanno di lor dove;

Vidi la figlia di Latona incensa sanza quell'ombra che mi fu cagione per che gia` la credetti rara e densa. L'aspetto del tuo nato, Iperione, quivi sostenni, e vidi com'si move circa e vicino a lui Maia e Dione. Quindi m'apparve il temperar di Giove tra 'l padre e 'l figlio: e quindi mi fu chiaro il variar che fanno di lor dove;