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Oggi nel medesimo luogo i mietitori ripetono negli stornelli le canzoni di quei primi pescatori, che la storia non conobbe o invitò pei campi, trasformandoli sino d'allora in agricoltori o in mercanti.

Era un mattino pieno d'innocenza, uno di quei mattini che danno imagine delle albe primordiali nell'infanzia della Terra. Sul limite di un campo, mio fratello parlava a un gruppo di agricoltori. Parlava in piedi, avanzando di tutto il corpo gli astanti; e il suo gesto calmo dimostrava la semplicit

Ammesso pure che il fittaiuolo inglese raggiunga risultati tecnicamente più splendidi, nulladimeno la Francia nei suoi milioni di liberi contadini possiede un tesoro morale, il cui valore politico aprirebbe facilmente gli occhi agli scettici nell'evento di una guerra europea. Ma i monti d'oro, che l'impero prometteva agli agricoltori, sono tuttora un sogno.

Erano diventati entrambi agricoltori per forza; uno avrebbe preferito il mestiere delle armi l’altro i piaceri della citt

La mano pendeva, con le ossa stritolate, oramai perduta. Due tre vecchi agricoltori vennero a vederla. Ciascuno, con un gesto o con una parola, espresse lo stesso pensiero. L’Ummálido chiese:

Essi scappano; ed i suoi dipendenti; i suoi schiavi secondo la legge; gli assidui agricoltori, i pastori così pazienti, scappano pure; nessuno resta indietro; lo abbandonano tutti.

Così il fermento cresceva. Li agricoltori al mercato di Pescara nulla compravano, portavano mercanzia in traffico. I fichi dalli alberi, giunti a maturit

Essi facevano assegnamento sulle contribuzioni dei luoghi che occupavano, ma tutti sanno che i castelli dei distretti della Sabina e del Lazio sono in gran prevalenza abitati da agricoltori assai poveri, che vivono del grano dei loro campi, delle rendite dei loro vigneti, degli oliveti e castagneti.

La prepotenza feudale si rivelava tutta in queste parole, come in quel titolo di villani dato a quel modo a que’ poveri agricoltori. La inferiorit

Dove si va? All'Ospizio di Oropa. In questo ci arresteremo un po' fra alcuni giorni: scegliamo per ora le scorse. Si va a Cossila, lunga e sottil, sino allo stabilimento idropatico aperto nel 1858 dal dottor Vinea ed ora tenuto del dottor Emilio Coda con poco prospere sorti: si va al Favaro dalla fia di Nastasia e si può salire alla vetta della Burcina: a Pollone, al grandioso lanificio Piacenza: a Sordevolo, paese sull'Elvo, dove strepitano le industri macchine del Vercellone, del Sormano, del Maia, dove ancora si rappresenta eroicomicamente il mistero della passione e morte: all'austero convento della Trappa (1058 m.), fra le cui tetre rovine d'arcate, di sale, di celle, di refettori, si scalcinano all'eterno oblio i moniti salutari dipinti; dietro la Trappa in un piccolo abituro c'è la tomba, colla scritta C. W. 1803, dell'ultimo di quei laboriosissimi monaci agricoltori: si va all'Ospizio di Graglia, di cui ciarleremo più sotto: ai due Occhieppo: al villaggio di Graglia: al castello di Gaglianico, donato nel 1152 da Federigo imperatore al vescovo Uguccione, il fondatore di Biella-Piazzo: al castello di Moncavallo: alla vetta del Bricco e al castello di Ternengo, a Pettinengo, a Mosso: ad Andorno, a Sagliano-Micca, all'Ospizio di san Giovanni, pei quali luoghi prometto tre ciarle: si va alla Colma d'Andorno, ai tre Turlo, alla Bocchetta della Sessera: a Tolegno; alle castella di Perrione, di Verrone, di Valdengo, di Perretto, di Castellengo, di Repolo, di Masino, d'Azeglio... Volete altro? Non finirei più: e vi dico che queste sono tutte scorse bellissime che soddisfano tutti i gusti. La signora trover