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Tutte avevano fatto parte di quel popolo che per un pezzo vittorioso, aveva inseguito i mercenari sino al ponte S. Angelo e tutte si erano precipitate nel lanificio quando il popolo respinto si rifugiò e si trincerò in quello stabilimento. Altre donne del popolo aiutavano pure e portavano ai feriti quel soccorso che la circostanza permetteva.

Gli assassini stipendiati dal prete altro incentivo non avendo che la depredazione e la strage innondarono colla speranza di bottino ogni parte del lanificio che più oggetti conteneva da rubare non curandosi del sudicio lavatoio donde eran fuggiti i superstiti difensori della libert

"Pronti!" e quest'ultima voce non era ancor pronunciata quando una valanga di papalini irrompeva contro il portone del lanificio.

Lascio pensare con che animo i due amici ancor vivi e le loro care facessero trasportare nell'interno quelle salme preziose. Infelici forse più i superstiti che gli amici estinti. Intanto il lanificio era divenuto un carnaio poiché riuscivano inutili le ammonizioni dei capi ai popolani affinchè si tenessero al coperto.

Orazio e Muzio dopo avere barricato il portone del lanificio armati ciascuno d'una mannaia, collocati i più giovani romani e più arditi a destra e sinistra del portone alla difesa, si tenevano pronti a resistere disperatamente ed a vendere cara la loro vita.

Attilio e Muzio ben conoscevano, come dissi, la sorte loro serbata e sapevano pure essere quasi impossibile che le donne potessero uscire dalla parte posteriore del lanificio. Per tentarlo esse avrebbero avuto bisogno della lestezza ed agilit

Ne nacque un parapiglia indicibile all'entrata del lanificio ove il vantaggio rimase alla gente onesta ed ove non pochi della sbirraglia ebbero le cervella fracassate a colpi di stanga e la pelle forata da coltelli. Fu d'uopo che i birri imprendessero un regolare assedio, pigliassero posizione nelle case di fronte e nelle circonvicine e così continuassero la pugna.

O amore, amore, amor!... Tutto ti sento Nell’esultanza de l’april risorto; Dai profumi a le rose ed ali al vento, Copri la terra di raggi e di baci... Ma nel mio cor sei morto. Nel lanificio dove aspro clamore Cupamente la vôlta ampia percote, E fra stridenti rôte Di mille donne sfruttasi il vigore,

Le altre donne seguirebbero la marcia e per ultimi i nostri amici con quanti restavano ancora dei difensori del lanificio. E i feriti? Se vi è una circostanza disgustosa, odiosa, terribile in questi macelli d'uomini che si chiamano battaglie, essa è certamente quella di dover abbandonare i propri feriti al nemico! Poveri feriti!

Pur, tra il buio, il periglio e la minaccia, Vittorïoso e bello egli passava: Fra le turpi bestemmie e l’ignominia, Innocente, passava. Quando, a tramonto, una pesante calma Il lanificio torbido invadea, E una stanchezza senza nome i petti De le donne opprimea,