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e seguitar: <<Povera fosti tanto, quanto veder si puo` per quello ospizio dove sponesti il tuo portato santo>>. Seguentemente intesi: <<O buon Fabrizio, con poverta` volesti anzi virtute che gran ricchezza posseder con vizio>>. Queste parole m'eran si` piaciute, ch'io mi trassi oltre per aver contezza di quello spirto onde parean venute.

E dalle nove e mezzo della mattina alle nove e mezzo della sera fui re di Francia. Ah, Vittor Hugo superbo, Vittor Hugo comunardo, Vittor Hugo energumeno, Vittor Hugo matto; che baie! Tutti questi Vittor Hugo della critica o della calunnia, col berretto frigio o colle corna dell'orgoglio satanico, erano spariti dalla mia mente. Per me non c'era più che un solo Hugo, il grande poeta amoroso e sdegnoso, pieno di consigli fortissimi e di sante consolazioni; l'uomo che m'aveva fatto delirare d'amore da giovanetto; che m'aveva fatto pensare e lottare da uomo; il poeta di cui le strofe fulminee m'eran sonate nel cuore sul campo di battaglia come grida eccitatrici d'un generale lontano; lo scrittore che aveva mille volte schiacciato il mio misero orgoglio d'impiastrafogli, facendomi provare non so che volutt

50 Mio padre e' miei fratelli mi son stati morti per lui; per lui toltomi il regno; per lui quei pochi beni che restati m'eran, del viver mio soli sostegno, per trarlo di prigione ho disipati: mi resta ora in che più far disegno, se non d'andarmi io stessa in mano a porre di crudel nimico, e lui disciorre.

tanto pareva gia` inver' la sera essere al sol del suo corso rimaso; vespero la`, e qui mezza notte era. E i raggi ne ferien per mezzo 'l naso, perche' per noi girato era si` 'l monte, che gia` dritti andavamo inver' l'occaso, quand'io senti' a me gravar la fronte a lo splendore assai piu` che di prima, e stupor m'eran le cose non conte;

Ebbi la tentazione fugace di correre a Lidia e di fermarla; ma nell'atto che m'alzavo, dal mio abito salì quel profumo avvelenatore di che s'era impregnato alla festa; il profumo di dieci donne, le quali non erano Lidia, non le assomigliavano in nulla, non m'eran cognite se non nell'apparenza mondana. E lasciai uscir Lidia.

E poi prendea fiducia, e proseguìa A lui tutti schiudendo i miei desiri: Lo supplicava per la madre mia Che sparso avea per me tanti sospiri! Pel dolce padre calde preci offrìa! Per tutti quegli amati onde i martìri M'eran del martìr mio più dolorosi, E ch'io tanto di me sapea bramosi! Del Moravo castello umil tempio, Quante grazie ti debbo soavi!

e seguitar: <<Povera fosti tanto, quanto veder si puo` per quello ospizio dove sponesti il tuo portato santo>>. Seguentemente intesi: <<O buon Fabrizio, con poverta` volesti anzi virtute che gran ricchezza posseder con vizio>>. Queste parole m'eran si` piaciute, ch'io mi trassi oltre per aver contezza di quello spirto onde parean venute.

Ben sapev'ei che volea dir lo muto; e pero` non attese mia dimanda, ma disse: <<Parla, e sie breve e arguto>>. Virgilio mi venia da quella banda de la cornice onde cader si puote, perche' da nulla sponda s'inghirlanda; da l'altra parte m'eran le divote ombre, che per l'orribile costura premevan si`, che bagnavan le gote.

Ben sapev'ei che volea dir lo muto; e pero` non attese mia dimanda, ma disse: <<Parla, e sie breve e arguto>>. Virgilio mi venia da quella banda de la cornice onde cader si puote, perche' da nulla sponda s'inghirlanda; da l'altra parte m'eran le divote ombre, che per l'orribile costura premevan si`, che bagnavan le gote.

piú sapea di me stesso, manco di chi vaneggia in forza di gran febre, star o insensibil pietra o trar del fianco, aver maschile o sesso muliebre, esser o verde o secco o negro o bianco: m'eran folte intorno le tenèbre! Pur sempre non vi stetti, ma ecco d'alto un sol m'apparve, onde ne godo e salto. «Consuetudo cui non resistitur facta est necessitas». AUG.