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In politica?... Appassionarsi? Lottare? Combattere? Per chi? Piccoli galantuomini, poveri d'ingegno, piccoli marioli privi d'audacia. Non un popolo di liberi, ma di liberti, sempre in cerca di un nuovo padrone. E la rappresentanza nazionale? Non più un Desmoulins, appena qualche Mirabeau senza eloquenza! E in arte?

Tito, dopo il suo trionfo, rifiutò di prendere il titolo di Judaicus, prova questa del disprezzo che gl'ispiravano gli ebrei. Però, come Vespasiano, tollerò la loro presenza in Roma. Le loro colonie si erano d'altronde accresciute grandemente per la venuta degli schiavi e dei liberti.

Debole, ghiotto, donnaiuolo, governarono per lui donne e liberti, Agrippina, Messalina, Pallante, Narciso, nomi infami. Regnò tredici anni, morí di veleno datogli per affrettare la successione a Nerone genero di lui. Questi era giovane di diciassette anni, pur esso di speranze, allievo di Seneca filosofo. Diventò crudele per paura.

Le amazzoni! Sono fuggite. Sono andate a cercare altri protettori. Anche i mimi lo hanno abbandonato. Schiavi, liberti, cortigiani saccheggiano il palazzo. Gli portano via tutto; financo le coperte del letto e la fiala preziosa, che Lomita gli aveva preparato. Vuole difendere le sue corone di alloro. È solo. Non riesce. I suoi strumenti musicali; la sua cetra. Anche questi gli vengono tolti.

Nelle strade, alla passeggiata, al circo, al teatro le cortigiane alla moda comparivano circondate da una folla di ammiratori; erano giovani dissoluti che facevano vergogna alle loro famiglie; liberti ai quali le mal acquistate ricchezze non avevano lavato la macchia della schiavitù; erano artisti, poeti, attori, che sfidavano volentieri la pubblica opinione. Bisognava vedere la sera sulla Via Sacra questo convegno quotidiano del lusso, della crapula e dell’orgoglio per rendersi conto quanto numerosa e brillante fosse quest’armata di cortigiane alla moda, che occupava Roma quale citt

Il quale, indegnissimo de' cinque predecessori, dissoluto, crudele, sfrenato, comprò la pace co' marcomanni, tiranneggiò in Roma, fecevi l'istrione, il gladiatore, l'Ercole, sui teatri pubblici, abbandonò il governo ai prefetti del pretorio ed ai liberti; e costoro, di concerto con le meretrici, l'uccisero finalmente .

Che può diventar liberto da un momento all'altro, e tra liberti.... Ma che siete voi, uominacci stupidi, da non intender mai per loro verso le nostre parole?... Mirrina, quantunque fatta libera, è sempre Mirrina. Tu pure, se andrai a' versi alle padrone.... Una parola detta alla nobile Claudia Valeria dalla sua prediletta ornatrice, mentre sta acconciandole il capo, e la tua sorte è cangiata.