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Vedi quanta virtu` l'ha fatto degno di reverenza; e comincio` da l'ora che Pallante mori` per darli regno. Tu sai ch'el fece in Alba sua dimora per trecento anni e oltre, infino al fine che i tre a' tre pugnar per lui ancora. E sai ch'el fe' dal mal de le Sabine al dolor di Lucrezia in sette regi, vincendo intorno le genti vicine.

Debole, ghiotto, donnaiuolo, governarono per lui donne e liberti, Agrippina, Messalina, Pallante, Narciso, nomi infami. Regnò tredici anni, morí di veleno datogli per affrettare la successione a Nerone genero di lui. Questi era giovane di diciassette anni, pur esso di speranze, allievo di Seneca filosofo. Diventò crudele per paura.

Vedi quanta virtu` l'ha fatto degno di reverenza; e comincio` da l'ora che Pallante mori` per darli regno. Tu sai ch'el fece in Alba sua dimora per trecento anni e oltre, infino al fine che i tre a' tre pugnar per lui ancora. E sai ch'el fe' dal mal de le Sabine al dolor di Lucrezia in sette regi, vincendo intorno le genti vicine.

Vedi quanta virtù l’ha fatto degno di reverenza; e cominciò da l’ora che Pallante morì per darli regno. Tu sai ch’el fece in Alba sua dimora per trecento anni e oltre, infino al fine che i tre a’ tre pugnar per lui ancora. E sai ch’el dal mal de le Sabine al dolor di Lucrezia in sette regi, vincendo intorno le genti vicine.

«Turno». Costui fu figliuolo di Dauno, re d'Ardea, e nepote carnale d'Amata, moglie di Latino, re de' laurenti, giovane ardentissimo e di gran cuore; il quale, vedendo Latino re avere data Lavina sua figliuola per moglie ad Enea, la qual prima avea promessa a lui, sdegnato, avea mosso guerra ad Enea, e per questo molte battaglie aveano fatte; ultimamente, secondo che Virgilio scrive nel fine del dodicesimo dell'Eneida, soprastandogli Enea in una singular battaglia stata fra loro, e veggendogli cinto il balteo, il quale era stato di Pallante, cui ucciso avea, lui addomandante perdono, uccise.

Le prime migrazioni elleniche si confondono colle ultime pelasgiche, in guisa da non potersi chiaramente distinguere. Pelasgiche od elleniche furono quelle di Evandro e di Pallante alle bocche del Tevere. Pelasgico-troiane certamente quella di Antenore alle foci del Po, e quella di Enea che fu terza sul Tevere.

Vedi quanta virtù l’ha fatto degno di reverenza; e cominciò da l’ora che Pallante morì per darli regno. Tu sai ch’el fece in Alba sua dimora per trecento anni e oltre, infino al fine che i tre a’ tre pugnar per lui ancora. E sai ch’el dal mal de le Sabine al dolor di Lucrezia in sette regi, vincendo intorno le genti vicine.