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la bella donna: <<Questo e altre cose dette li son per me; e son sicura che l'acqua di Lete` non gliel nascose>>. E Beatrice: <<Forse maggior cura, che spesse volte la memoria priva, fatt'ha la mente sua ne li occhi oscura. Ma vedi Eunoe` che la` diriva: menalo ad esso, e come tu se' usa, la tramortita sua virtu` ravviva>>.

la bella donna: «Questo e altre cose dette li son per me; e son sicura che l’acqua di Letè non gliel nascose». E Bëatrice: «Forse maggior cura, che spesse volte la memoria priva, fatt’ ha la mente sua ne li occhi oscura. Ma vedi Eünoè che l

11 Non so se vi sia a mente, io dico quello ch'al fin de l'altro canto vi lasciai, vecchio di faccia, e di membra snello, che d'ogni cervio è più veloce assai. Degli altrui nomi egli si empìa il mantello; scemava il monte, e non finiva mai: ed in quel fiume che Lete si noma, scarcava, anzi perdea la ricca soma.

e sanza udire e dir pensoso andai lunga fiata rimirando lui, ne', per lo foco, in la` piu` m'appressai. Poi che di riguardar pasciuto fui, tutto m'offersi pronto al suo servigio con l'affermar che fa credere altrui. Ed elli a me: <<Tu lasci tal vestigio, per quel ch'i' odo, in me, e tanto chiaro, che Lete' nol puo` torre ne' far bigio.

E io ancor: <<Maestro, ove si trova Flegetonta e Lete`? che' de l'un taci, e l'altro di' che si fa d'esta piova>>. <<In tutte tue question certo mi piaci>>, rispuose; <<ma 'l bollor de l'acqua rossa dovea ben solver l'una che tu faci. Lete` vedrai, ma fuor di questa fossa, la` dove vanno l'anime a lavarsi quando la colpa pentuta e` rimossa>>.

e sanza udire e dir pensoso andai lunga fiata rimirando lui, ne', per lo foco, in la` piu` m'appressai. Poi che di riguardar pasciuto fui, tutto m'offersi pronto al suo servigio con l'affermar che fa credere altrui. Ed elli a me: <<Tu lasci tal vestigio, per quel ch'i' odo, in me, e tanto chiaro, che Lete' nol puo` torre ne' far bigio.

Ed elli a me: «Tu sai che ’l loco è tondo; e tutto che tu sie venuto molto, pur a sinistra, giù calando al fondo, non se’ ancor per tutto ’l cerchio vòlto; per che, se cosa n’apparisce nova, non de’ addur maraviglia al tuo volto». E io ancor: «Maestro, ove si trova Flegetonta e Letè? ché de l’un taci, e l’altro di’ che si fa d’esta piova».

Bisognerebbe aver portata una bottiglia d'acqua di Lete, affinchè almeno la rimembranza d'un paese meno sgradevole non aumentasse la tristezza di questo. Io mi regolerò secondo le circostanzerispose il conte; «questa barbara solitudine era l'abitazione de' miei antenati

Egli reclinò gli occhi, e rimase a lungo fissando le chiome un po' scomposte di Fulvia, quelle maravigliose chiome che avrebbero inondato il candore dell'origliere nuziale, obliose e notturne come le acque del Lete.

«Alma, che per altrui difetto al varco dubbioso arrivi e Dio ti vi destina, or quivi entrando inchina l'orgoglio, alzando gli occhi al ciel che carco gira di stelle e mostrasi luntano! Di scendesti, e piú non ti rimembra qual eri avanti 'l poculo di Lete!