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Ben sono in me d'ogni virtute accese le voglie tutte, e gli spirti alto intenti; ma 'l poter e l'oprar sì freddi e spenti, ch'io mi veggo aver l'ore indarno spese. Onde non lodi no, ma gravi offese mi son le rime vostre, e però tenti vostr'alto stil, fra tante e sì eccellenti, mille di lui cantar più degne imprese.
Ei viene, egli si avanza; Ha in cor la luce, l'avvenir sugli occhi! Non firmamenti, o báratri Ma le tende de l'uom son la sua stanza. Voi, che in abietto e vile Ozio distesi, il turpe viver molle Annoverate dal fuggir de l'ore, Schiavi imbelli del core Vostro e d'altrui, larve patrizie, all'opra! Tal giudice v'è sopra, Che a nulla mai quanto a l'oprar perdona. Nè del ceruleo sangue Vi giover
Incensi ed inni perfidi Il mio intelletto abborre: Premio di voti ipocriti Non mai sperate côrre; Sangue le mani grondano, E voi le alzate a me? Tergetele, o miei fulmini Diran che Dio ancor è! Pur se le destre s'ergono Sincere a me tuttora, Se rei pensier non serbano Più in vostro cor dimora, Se torna altrui benefico De' figli miei l'oprar, Credete voi ch'io sappia Miei figli sterminar?
Cessa! Di fatuo nome Tal che ti aggira a l'oprar suo fa scudo, Pur che la man ti cacci entro le chiome, E al giogo ti strascini D'onor, di libert
Tu piega e va: la via del trono è chiusa; Sorge ne l'ira il popol tuo rubello; Gente vedrai, che lo tuo scettro accusa, Far tue vendette con l'oprar suo fello: Gente, che, al regno e a servitù mal usa, Predica in piazza, e traffica in bordello; Sovrani, che saran servi al più destro, Frolli eroi da polenta, o da capestro!
Parola Del Giorno
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