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Il complimento era così nuovo per me che non trovai subito una risposta. Non è necessario, osservò l'Incaricato d'affari, perchè la facolt

La conversazione durò un pezzo e s'aggirò quasi sempre intorno al viaggio. Fu una lunga citazione di nomi di governatori, di provincie, di fiumi, di valli, di monti, di pianure, che avremmo trovato sul nostro cammino; nomi che mi suonavano all'orecchio come altrettante promesse di avvenimenti meravigliosi, e mettevano in gran moto la mia immaginazione. Che cos'era la Montagna rossa? Che avremmo veduto sulle sponde del Fiume delle Perle? Che omo doveva essere un governatore chiamato Figlio della cavalla? Il nostro Incaricato fece varie domande riguardo alle distanze, all'acqua, all'ombra. Sidi-Bargas aveva tutto sulla punta delle dita, e da questo lato bisogna riconoscere ch'era molto al di sopra di Visconti Venosta, il quale non sarebbe certo in grado di dire a un ambasciatore straniero quante sorgenti d'acqua pura e quanti gruppi d'alberi si trovano sulla strada da Napoli a Roma. Augurò infine un buon viaggio colla formola: La pace sia sulla vostra strada, e accompagnò l'Incaricato fin sull'uscio, stringendo la mano a tutti coll'apparenza d'una grande cordialit

Il giorno dopo l'Incaricato d'affari andò col comandante di fregata e col capitano a far visita al Rappresentante del governo imperiale, Sidi-Bargas, che esercita in un certo senso l'ufficio di ministro degli affari esteri a Tangeri. Io m'aggregai a loro.

In quel momento comparve nel Soc il nostro Incaricato d'affari. Lo vide dall'alto della collina il vice-governatore, gli corse incontro, e lo condusse sotto la sua tenda, dove si radunarono tutti i membri della futura carovana, io compreso. Allora accorsero suonatori e soldati, si formò un grandissimo semicerchio di arabi davanti all'apertura della tenda, gli uomini dinanzi, il sesso gentile, a gruppi, di dietro; e cominciò un concerto indiavolato di danze, di canti, di grida, di fucilate, che durò più di un'ora, in mezzo a un denso nuvolo di fumo, al suono d'una musica spietata, fra gli strilli entusiastici delle donne e dei bambini, con paterna soddisfazione del vice-governatore e nostro vivo piacere. Prima che finissero, l'Incaricato d'affari mise qualchecosa di giallo nelle mani d'un soldato arabo, perchè lo portasse a chi aveva diretto lo spettacolo. Il soldato tornò poco dopo e riferì, tradotto in spagnuolo, il curioso ringraziamento del beneficato: L'ambasciatore d'Italia ha fatto una buona azione; All

Come? che avete detto? In voi, l'incaricato di questa delicatissima operazione sarebbe il cuore? O che fa intanto lo stomaco? Non ne so nulla, io; si tratta di affari interni, nei quali io non entro. Ci pensi chi deve. E voi lasciatemi dormire in pace. Bravo! Mentre la vostra bella nepote sta ascoltando la sua sentenza! Quelle parole ebbero la virtù di farlo saltare sulla poltrona.

L'incaricato d'affari presentò a questi due personaggi, per mezzo dell'interprete, il Comandante di fregata e il capitano. Eran due ufficiali: la presentazione non richiedeva commenti. Presentando me, invece, bisognava spiegare presso a poco che specie di mestiere facessi. L'Incaricato d'affari lo spiegò in termini iperbolici. Sidi-Bargas stette un po' pensando e poi disse alcune parole all'interprete il quale tradusse: Sua Eccellenza domanda perchè avendo codesta abilit

Malgrado però[tn79] la vita varia e nuova che menavamo a Tangeri, s'era tutti impazienti di partire, per poter essere di ritorno nel mese di Giugno, prima dei grandi calori. L'Incaricato d'affari aveva mandato un corriere a Fez ad annunziare che l'ambasciata era pronta; ma dovevano passare almeno dieci giorni prima che fosse di ritorno. Notizie private dicevano che la scorta era in viaggio; altre che non era ancora partita; eran tutte voci incerte e contraddittorie, come se quella Fez sospirata non fosse a duecento venti chilometri, ma a duemila miglia dalla costa. E questo, da un lato, ci piaceva, perchè quella passeggiata di quindici giorni prendeva così, nella nostra immaginazione, l'apparenza d'un lungo viaggio, e Fez l'attrattiva d'una citt

Si aperse di nuovo l'uscione con fracasso. L'incaricato pareva in collera. Povero diavolo, non aveva chiuso occhio in tutta la notte. Doveva essere sfinito morto. Si fece un'altra infornata. Dicevano che non c'era più posto. Ma gli agenti provavano il contrario. Cacciavano su gli arrestati calcandoli alle spalle con sfuriate di parole porcone. Aspettiamo a biasimare gli agenti. Non si sta su tutta notte senza perdere la pazienza e non si dicono villanie senza qualche ragione. L'uscio si richiuse con rabbia. Gli entrati parevano bruti. Quattro erano malvestiti e dovevano essere vagabondi. Gli altri avevano l'aria di essere signori. Uno di essi era grosso, piccolo, con un cappellaccio in testa che faceva paura. Poteva essere un rivoluzionario. Ho sentito dire che era uno scultore che aveva fatto la barricata con le sue statue e che aveva messo le mani nel sangue di un soldato. Pareva abbattuto. Aveva una faccia scolorata che faceva stremire. Gli altri dovevano essere persone istruite perchè parlavano con parole difficili. Mi fece colpo la parola lubrico una parola che è sempre in bocca del mio padrone quando d

Il prete di un villaggio ove accampammo uno dei giorni scorsi, viene a domandarci mille scuse, perchè sapeva che i suoi parrocchiani non ci avevano trattati come si conveniva, e in segno di perdono ci offre due vacche; viene l'incaricato dal re pei nostri viveri e ci porta pure tre vacche, trenta coltelli di ferro da restituirsi alla partenza, trenta candele del paese, vasi di tecc, berberia, burro, miele, pani in grandi cesti; e ogni recipiente portato da un servo e coperto da un cencio rosso. La scena, per , il saperci ospiti del temuto re dei re, l'originalit