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Introdotto il visitatore, Bino serrò a chiavistello, e precedendo lo invitò a sedere in una dulie due seggiole che fiancheggiavano lo scrittoio. Perchè presto? Oh Bino... grave pericolo vi minaccia... la congiura è scoperta... e lo spione si chiama Buscemo Stampace. Buscemo?!... impossibile, Orlando!...

Annuvolato tristamente era il cielo, e fosco appariva il mattino: larghe zone di nebbia rigavano i dossi delle montagne, e riflettevano nelle immobili acque del lago il loro cinericcio colore; le piante e gli arbusti che fiancheggiavano il sentiero del monte vedeansi sfrondati ed abbattuti dalla furiosa grandine della notte, ed in più luoghi frantumi di macigni e sassi trascinati dalla correntia della pioggia lo avevano ingombro.

Ad ogni minuto il rimbombo dell'artiglieria, rassembrava una voce potente che ci accusasse di essere lontani dal pericolo: i circostanti campi erano ghiacciati: ghiacciati i fossi che fiancheggiavano la via, eppure si sudava, eppure il cuore ci batteva forte forte nel petto e noi avevamo la lingua fuori.

E dalla porta tutti gli sguardi si riportarono sul palcoscenico. Una scena calata in fondo lo lasciava in tutta l'ampiezza del suo vano. A sinistra una luce filtrante da un vicolo per gli aperti finestroni lo illuminava melanconicamente. La tela, che lo chiudeva in fondo, rappresentava una parete di camera aristocratica colla porta tutta ornata di goffi rabeschi: due ritratti degli antenati comuni a tutte le commedie, un cavaliere del secolo passato in cappellaccio piumato e bavarina bianca, e una dama scollacciata, in abito rosso orlato di merletti bianchi, lo fiancheggiavano; e al di sopra della porta un piccolo quadro chiuso in una povera cornice dorata rappresentava Garibaldi. Il Generale era dipinto colla berretta in capo, avvoltolato nell'immenso mantello cilestro. La sua testa rimasta bella attraverso le falsificazioni di tutti i ritratti si distingueva male, e nullameno tutti la riconoscevano e a tutti quella nobile e semplice fisonomia faceva la stessa impressione. Non uno degli schiamazzatori che, voltandosi al palcoscenico ed incontrando quello sguardo immaginario, non smettesse di vociare colto da un senso affettuoso e pauroso di rispetto. Sotto al ritratto del Generale, più innanzi verso la ribalta, una lunga tavola coperta di un vecchio tappeto mezzo lacero, prestato dalla generosit

I nostri superiori ci diedero l'ordine che ad ogni scarica, ci buttassimo nei fossi che fiancheggiavano la strada; questi erano pieni d'acqua, e allorché il lampo annunziatore delle palle vicine si faceva vedere in quel buio, noi prendevamo dei bagni, troppo comodi in quella stagione, troppo puliti. Però di tratto in tratto ci si avanzava, tra quel diavoleto: le nostre trombe suonavano avanti; avanti, gridavano gli ufficiali; avanti si gridava noi tutti, e come un sol uomo, ci spingevamo, ci accalcavamo, per quella strada che poco dopo doveva essere ingombra da mucchi di deformati cadaveri. Gi

Questi conoscevano l'uomo! I pochi poi, meglio astuti degli uni e degli altri, che volevano raggirare la cosa secondo i loro fini e verso i proprj intenti, applaudivano alle valenterie dei secondi; fiancheggiavano le ragioni dei primi, e mostrandosi zelantissimi della libert

Le finestre del primo erano a petto di uomo: si potevano scavalcare e discendere nel giardino, dal giardino si poteva vedere ciò che accadeva nelle camere. Un boschetto di lauro-rosa circondava il padiglione e quasi lo celava. Delle spalliere di rose lo fiancheggiavano. La porta aveva due scalini. Stuoie cinesi proteggevano le finestre contro l'afa esterna. Non vi abitava alcuno.

Secondo che avanzava, oltre gli edifizî e le cabine e i castelli idraulici, il ventaglio si restringeva, le stecche d'acciaio rientravano una nell'altra, riducendosi al doppio binario di corsa. Fitte siepi lo fiancheggiavano, una bassa e intricata vegetazione di robinie, dalla quale emergevano i fusti frondosi degli eucalitti; tratto tratto un cancelletto vi si apriva, oltre il quale si vedeva la campagna bagnata dal lume della luna vicina al tramonto: un chiarore scialbo ed umido avvolgente i filari dei gelsi e dei salici, qua e l

Altre volte l'idea d'un viaggio mi avrebbe acceso d'entusiasmo, allora invece mi metteva spavento; le montagne della Valtellina mi si presentavano alla mente come l'estremo lembo del mondo; chiuso nel mio dolore io non sentiva nemmeno il bisogno di osservare le campagne che fiancheggiavano la via, e i vari paesi che si attraversavano.

La parabola che descrivevano quelle due cascate formava come due archi che fiancheggiavano la roccia, e le due tese d'acqua rassomigliavano a due anse di un'anfora un'anfora alla forma di una mitra episcopale. Un vapore di polvere di diamanti la covriva. Il sole l'animava e ne faceva un nembo d'iride. Il Cristo, sul Tabor, ebbe a trasfigurarsi così.