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Il salotto della marchesa di Priamar era un luogo assai malinconico, sebbene dagli affreschi della volta sorridessero ai visitatori mortali tutti gli dei dell'Olimpo, raccolti a convito dal pennello del Tavarone, e sulle vaste pareti un'Armida scollacciata trattenesse con isvariate lusinghe il suo Rinaldo nelle sbiadite verdure di quattro magnifici arazzi di Fiandra. In quell'ampio salotto si smarriva la luce, bevuta a larghe fauci da quattro alti finestroni, scarsamente illuminando i più suntuosi arredi che il Secento avesse tramandato alle cure restauratrici degli stipettai d'oggidì. Vi regnava il fasto per entro, pompeggiava nel damasco, splendeva nel bronzo, ma severo come le pieghe di quel superbo tessuto, contegnoso come i fregi di quel ragguardevole metallo. Un'aria grave di nobilt

Bambina restò a vaneggiare. Il diman l'altro, ella tornò al Gesù Nuovo! Infrattanto..... il re prega. Alle otto del mattino Don Diego si presentò in casa di Don Domenico Taffa. Il degno galantuomo terminava di radersi, e per rimettersi della fatica centellava una tazza di cioccolata alla crema, cui la sua bella governante, sufficientemente scollacciata, gli presentava.

E dalla porta tutti gli sguardi si riportarono sul palcoscenico. Una scena calata in fondo lo lasciava in tutta l'ampiezza del suo vano. A sinistra una luce filtrante da un vicolo per gli aperti finestroni lo illuminava melanconicamente. La tela, che lo chiudeva in fondo, rappresentava una parete di camera aristocratica colla porta tutta ornata di goffi rabeschi: due ritratti degli antenati comuni a tutte le commedie, un cavaliere del secolo passato in cappellaccio piumato e bavarina bianca, e una dama scollacciata, in abito rosso orlato di merletti bianchi, lo fiancheggiavano; e al di sopra della porta un piccolo quadro chiuso in una povera cornice dorata rappresentava Garibaldi. Il Generale era dipinto colla berretta in capo, avvoltolato nell'immenso mantello cilestro. La sua testa rimasta bella attraverso le falsificazioni di tutti i ritratti si distingueva male, e nullameno tutti la riconoscevano e a tutti quella nobile e semplice fisonomia faceva la stessa impressione. Non uno degli schiamazzatori che, voltandosi al palcoscenico ed incontrando quello sguardo immaginario, non smettesse di vociare colto da un senso affettuoso e pauroso di rispetto. Sotto al ritratto del Generale, più innanzi verso la ribalta, una lunga tavola coperta di un vecchio tappeto mezzo lacero, prestato dalla generosit