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Altre volte il paragone diventa una specie di parabola: l'uomo di buona fede che rientra in stesso dopo gli errori e le disgrazie, è come «il padre di famiglia che, verso sera, finito il lavoro, se ne ritorna a casa. Può darsi che i figli piangano, che giuochino a giuochi devastatori o pericolosi, che abbiano disordinato i mobili, rotto un bicchiere, rovesciato una lampada; si disperer

Datemi il braccio. Il sembiante del dottore restò sereno, ed il suo cuore battè di soddisfazione. E' non aveva raccontato l'aneddoto del conte di Perceval per nulla. Quella parabola significava: i tempi sono maturi; io sono pronto: finiamola! E si rigioiva, accorgendosi che il principe l'aveva compresa così. Il dottore possedeva infine questo metodo questo metodo ch'egli cercava da tre mesi.

Una calca poco minore c'era sul Molo, ove accorrevano anche i semplici curiosi per veder meglio la parabola delle bombe. I ne fa i foghi d'artifizio, sti fioi de cani diceva un barcaiuolo apparecchiando tranquillamente la sua gondola e offrendosi di condur in laguna quelli che volessero goder più davvicino del meraviglioso spettacolo.

A traversare il mar Rosso a piede secco, ma al capo innondato soggiunse il duca. Passarono infatti sotto la parabola della cascata, a destra, avendo sulla testa quella vôlta di cristallo soffusa di luce. Salirono qualche scaglione tagliato nella roccia, poi entrarono sotto una specie di galleria che forava il masso di lungo a lungo.

È degli amori come dei semi della parabola: hanno bisogno anch'essi del terreno propizio; gittati sulla strada, non hanno tempo a metter le barbe; nei sassi non durano; nelle spine si affogano. L'ospite rimase poco alla Gioiosa Guardia, quel giorno. Forse gli pareva che la ròcca non meritasse punto il suo nome. Aveva anche tanto da fare, il giovinotto!

²²⁵ Idem, 280, 1 sg. ²²⁶ Idem, 280, 15 sg. Dissi che questo discorso contro Eraclio è interessante anche perchè Giuliano vi racconta la propria storia. Egli dice di voler mostrare coll’esempio come si deva comporre un nuovo mito, e narra una lunga parabola, la quale è trasparentissima e, sotto un velo leggero, ci presenta le cause e la giustificazione dell’usurpazione tentata da Giuliano e di tutta la sua condotta, ottenuto che ebbe l’impero. L’allegoria è chiara, narrata con eleganza e con snellezza, ed è rivelatrice della profonda onest

Si ferma un istante a questo pensiero gigantesco e vi confronta la piccola causa del suo immenso affanno, ma non ne ritrae forza; tutto in quell'arcano gli par grande ad un modo, la parabola della lucciola, stella delle zolle, la parabola della stella cadente, lucciola dell'infinito. Ogni grandezza è vana, tranne quella del proprio affanno. Meglio morire!

La Romagna, terra di ribellioni, era tutta agitata da idee liberali ancora torbide ed incerte. Il governo papale discendendo la propria parabola millenaria era arrivato al di sotto del ridicolo nell'impotenza, oltre la nausea nella corruzione; la sua stessa religione, così robusta storicamente per guerre durate e battaglie vinte, sembrava ed era profondamente malata. Il clero romagnolo, numeroso come le cavallette, non aveva coraggio capacit

Un giorno Zacchiele, nel leggere la parabola del Figliuol Prodigo, sentendosi d’improvviso qualche cosa di mobile tra i piedi, per un involontario moto di ribrezzo diede co’ i piedi un urto; e la testuggine urtata andò a battere contro la parete e rimase capovolta.

Ma questa vecchia parabola