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Dopo la morte di mia madre fui messa in un educandato francese nei dintorni di Parigi, e vi rimasi fin verso i quindici anni. Era una specie di clausura, fredda e severa, dalla quale ogni giorno più sentivo il bisogno di evadere. Quando feci ritorno al Castello, mio padre, assorto nella politica, non poteva occuparsi della mia educazione. Lord W., mio padre, apparteneva ad una famiglia di antichi immigrati; portava il nome d’una vecchia gente normanna che passò il Canale non saprei dire in qual secolo. Certo il nome che voi conoscete non è il mio. Per questa sua fedelt

E il collegio c'era, bell'e pronto. Un austero convento, celebre come educandato, e dove delle monache aristocratiche insegnavano un monte di belle cose a una falange non meno aristocratica di signorine. Il convento era a Torino, e quella santa regina di Maria Adelaide, quand'era viva, ci andava di frequente. La superiora era una cugina in secondo grado del Principe.

Teresa, la figlia del Lysbak, aveva allora 22 anni. Alta, robusta, coi colori della salute sul viso, grave nei movimenti come tutte le montanare, aveva quell’aria di freschezza e saldezza selvatica che promette onesti costumi e buoni figlioli. Col suo vestito di panno rosso, pieno sui fianchi, col suo giubbettino di panno nero, pieno nel petto, passava lenta fra la gente che si apriva a guardarla. In casa attendeva a cucire, a spazzare, a lustrare i vetri, al poco orto ed al pollame, e trovava ancora tempo per leggere. Perchè Teresa era stata allevata in un educandato di Biella e sapeva parlare e scrivere quattro lingue: il tedesco che è la lingua di Gressoney, l’italiano, il francese e l’inglese. Malgrado questo grosso fardello di scienza, nessuno del piano l’avrebbe tolta per una signora. A Gressoney se ne incontrano molte: ragazze con cento mila lire di dote, istrutte come tante maestre, che menano in pastura le vacche, e sembrano villane ripulite. L’ingegno si piega ad imparare, ma il corpo è troppo solido per dirozzarsi dalla pesantezza nativa; d’altronde anche l’ingegno non raggiunge mai quella mobilit

Ma il ballo non era un semplice esercizio fisico e di educazione, come quello che s’insegnava alle nobili donzelle del R. Educandato Carolino ed ai nobili giovinetti del R. Convitto S. Ferdinando; poteva, in vero, dirsi uno svago da cenobiti. Francesco Sampolo, che ballò la parte sua, perchè anche lui fu giovane, e della societ