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Quasi un delirio prese il pubblico, a quell’aria gi

Certo, non vedeva di mal occhio quell’aria di onesta alterezza la regina Isabella, che tanto si era adoperata per appagare i voti del navigatore Genovese; di quella alterezza doveva compiacersi, come di propria vittoria, quella nobile dama che stava in piedi accanto allo scanno della regina, la marchesa di Moya, Beatrice di Bovadilla.

Teresa, la figlia del Lysbak, aveva allora 22 anni. Alta, robusta, coi colori della salute sul viso, grave nei movimenti come tutte le montanare, aveva quell’aria di freschezza e saldezza selvatica che promette onesti costumi e buoni figlioli. Col suo vestito di panno rosso, pieno sui fianchi, col suo giubbettino di panno nero, pieno nel petto, passava lenta fra la gente che si apriva a guardarla. In casa attendeva a cucire, a spazzare, a lustrare i vetri, al poco orto ed al pollame, e trovava ancora tempo per leggere. Perchè Teresa era stata allevata in un educandato di Biella e sapeva parlare e scrivere quattro lingue: il tedesco che è la lingua di Gressoney, l’italiano, il francese e l’inglese. Malgrado questo grosso fardello di scienza, nessuno del piano l’avrebbe tolta per una signora. A Gressoney se ne incontrano molte: ragazze con cento mila lire di dote, istrutte come tante maestre, che menano in pastura le vacche, e sembrano villane ripulite. L’ingegno si piega ad imparare, ma il corpo è troppo solido per dirozzarsi dalla pesantezza nativa; d’altronde anche l’ingegno non raggiunge mai quella mobilit

Ora, come avveniva egli che madonna gli concedesse di potere assumere quell’aria di amante geloso? Gli è presto detto; madonna non s’era addata di alcuna novit

In tali momenti gli pareva possibile di passare degli anni felici in quelle condizioni, in quell’aria, in mezzo a quelle armonie di luce, di suoni e di profumi, davanti a quella fanciulla vegeta e forte.

I cinque giorni della festa Anna visse così, dentro la chiesa, dall’ora mattutina fino all’ora in cui le porte si chiudevano, fedelissima, respirando quell’aria calda che le metteva nei sensi un torpore beatifico, nell’anima una felicit