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Anch'esse le vene del collo nereggiavano, ingorgate di sangue, tese a mo' di corde sotto la pelle pavonazza, che pareva sul punto di rompersi. Fremevano le nari dilatate; le labbra, agitate da un moto convulsivo, tremavano.

Quella che giva ’ntorno era più molta, e quella men che giacëa al tormento, ma più al duolo avea la lingua sciolta. Sovra tutto ’l sabbion, d’un cader lento, piovean di foco dilatate falde, come di neve in alpe sanza vento. Quali Alessandro in quelle parti calde d’Indïa vide sopra ’l süo stuolo fiamme cadere infino a terra salde,

Intanto i generosi destrieri colle narici dilatate e penosamente respirando avevano divorato in men d'un'ora i venti chilometri che separano Milano da Magenta. Batteva un'ora di notte ed il paese era affatto deserto. I buoni villici riposavano nei loro tuguri le fatiche d'una giornata trascorsa nei rustici lavori dei campi.

Il focoso animale non si lascia domare dalla voce dalle carezze del cavaliere e continua il pericoloso giuoco. Ha le narici dilatate e la bocca coperta spuma sanguigna. Nitrendo spicca voli o slanci arditissimi e sembra suo scopo liberarsi da chi lo stringe robusto fra le ginocchia. Morde convulso il freno e dagli occhi getta scintille.

Beatrice, come se tutta l'anima avesse trasfusa negli occhi, con le pupille dilatate orribilmente lo guardava fisso: e il Cènci di tratto in tratto gittava uno sguardo obliquo sopra di lei, e cotesti raggi s'incontravano, si percuotevano, e corruscavano come ferri nemici cozzanti tra loro.

Perché tanta pompa di sdegno, perché tanta mostra di muscoli, di bicipiti e di torace, di vene enfiate e di narici dilatate contro l'innocente Sardou? Il "gladiatore" d'Agasias esiste gi

Supin giacea in terra alcuna gente, alcuna si sedea tutta raccolta, e altra andava continuamente. Quella che giva intorno era piu` molta, e quella men che giacea al tormento, ma piu` al duolo avea la lingua sciolta. Sovra tutto 'l sabbion, d'un cader lento, piovean di foco dilatate falde, come di neve in alpe sanza vento.

Supin giacea in terra alcuna gente, alcuna si sedea tutta raccolta, e altra andava continuamente. Quella che giva intorno era piu` molta, e quella men che giacea al tormento, ma piu` al duolo avea la lingua sciolta. Sovra tutto 'l sabbion, d'un cader lento, piovean di foco dilatate falde, come di neve in alpe sanza vento.

E Nora sorrise ancora, ma adesso cogli occhi sfavillanti, colle nari dilatate, colla bocca rossa e umida, sulla quale pareva fremere il desiderio, dalla quale pareva prorompere la gioventù, la salute, l'amore. Appena ho potuto esclamò con un'alzata di spalle ho piantato quel noioso col dottor Foresti e con Evelina!

Alfine Paolo alzò gli occhi verso di lei, la guardò con le pupille dilatate e fisse: Infine io avrei oggi il diritto di farti parlare. Il tuo contegno verso di me è stato sempre così strano e inesplicabile che anche prima d'ora, oh! molte volte avrei voluto chiedertene il motivo: ma i tuoi occhi eran così belli che l'inchiesta mi moriva sempre su le labbra sopraffatta dalle parole passionate. Che cos'