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Quando s’accorse d’alcuna dimora ch’io facëa dinanzi a la risposta, supin ricadde e più non parve fora. Ma quell’ altro magnanimo, a cui posta restato m’era, non mutò aspetto, mosse collo, piegò sua costa; e continüando al primo detto, «S’elli han quell’ arte», disse, «male appresa, ciò mi tormenta più che questo letto.

che prende il figlio e fugge e non s'arresta, avendo piu` di lui che di se' cura, tanto che solo una camiscia vesta; e giu` dal collo de la ripa dura supin si diede a la pendente roccia, che l'un de' lati a l'altra bolgia tura. Non corse mai si` tosto acqua per doccia a volger ruota di molin terragno, quand'ella piu` verso le pale approccia,

Ivi, somma pietate al guardo umano, Scannato in terra canuto uom rimira, E da gli altri cadaveri lontano Infra duo fochi di cipresso il tira: Poi supin lo distende, indi sul piano Ben sette volte a lui dintorno ei gira Vibrando con la destra un orrido angue, Ma spande con la manca onda di sangue.

O vendetta di Dio, quanto tu dei esser temuta da ciascun che legge ciò che fu manifesto a li occhi mei! D’anime nude vidi molte gregge che piangean tutte assai miseramente, e parea posta lor diversa legge. Supin giacea in terra alcuna gente, alcuna si sedea tutta raccolta, e altra andava continüamente.

che prende il figlio e fugge e non s’arresta, avendo più di lui che di cura, tanto che solo una camiscia vesta; e giù dal collo de la ripa dura supin si diede a la pendente roccia, che l’un de’ lati a l’altra bolgia tura. Non corse mai tosto acqua per doccia a volger ruota di molin terragno, quand’ ella più verso le pale approccia,

Quando s’accorse d’alcuna dimora ch’io facëa dinanzi a la risposta, supin ricadde e più non parve fora. Ma quell’ altro magnanimo, a cui posta restato m’era, non mutò aspetto, mosse collo, piegò sua costa; e continüando al primo detto, «S’elli han quell’ arte», disse, «male appresa, ciò mi tormenta più che questo letto.

Tal supin casca, e rimbombar fa 'l piano Il tanto dianzi formidabil Scita; Sorger tentò, ma fu suo sforzo in vano, Chè gli toglie il vigor l'ampia ferita. Bene al campion, non dal morir lontano, Era pronto a donar l'inferno aita, Se non che 'l cielo, e i suoi messaggi ei teme; Però sel guarda bestemmiando, e freme.

Quando s'accorse d'alcuna dimora ch'io facea dinanzi a la risposta, supin ricadde e piu` non parve fora. Ma quell'altro magnanimo, a cui posta restato m'era, non muto` aspetto, ne' mosse collo, ne' piego` sua costa: e se' continuando al primo detto, <<S'elli han quell'arte>>, disse, <<male appresa, cio` mi tormenta piu` che questo letto.

Supin giacea in terra alcuna gente, alcuna si sedea tutta raccolta, e altra andava continuamente. Quella che giva intorno era piu` molta, e quella men che giacea al tormento, ma piu` al duolo avea la lingua sciolta. Sovra tutto 'l sabbion, d'un cader lento, piovean di foco dilatate falde, come di neve in alpe sanza vento.

che prende il figlio e fugge e non s’arresta, avendo più di lui che di cura, tanto che solo una camiscia vesta; e giù dal collo de la ripa dura supin si diede a la pendente roccia, che l’un de’ lati a l’altra bolgia tura. Non corse mai tosto acqua per doccia a volger ruota di molin terragno, quand’ ella più verso le pale approccia,