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lo bivero s’assetta a far sua guerra, così la fiera pessima si stava su l’orlo ch’è di pietra e ’l sabbion serra. Nel vano tutta sua coda guizzava, torcendo in la venenosa forca ch’a guisa di scorpion la punta armava. Lo duca disse: «Or convien che si torca la nostra via un poco insino a quella bestia malvagia che col

lo bivero s’assetta a far sua guerra, così la fiera pessima si stava su l’orlo ch’è di pietra e ’l sabbion serra. Nel vano tutta sua coda guizzava, torcendo in la venenosa forca ch’a guisa di scorpion la punta armava. Lo duca disse: «Or convien che si torca la nostra via un poco insino a quella bestia malvagia che col

lo bivero s'assetta a far sua guerra, cosi` la fiera pessima si stava su l'orlo ch'e` di pietra e 'l sabbion serra. Nel vano tutta sua coda guizzava, torcendo in su` la venenosa forca ch'a guisa di scorpion la punta armava. Lo duca disse: <<Or convien che si torca la nostra via un poco insino a quella bestia malvagia che cola` si corca>>.

lo bivero s'assetta a far sua guerra, cosi` la fiera pessima si stava su l'orlo ch'e` di pietra e 'l sabbion serra. Nel vano tutta sua coda guizzava, torcendo in su` la venenosa forca ch'a guisa di scorpion la punta armava. Lo duca disse: <<Or convien che si torca la nostra via un poco insino a quella bestia malvagia che cola` si corca>>.

Quella che giva ’ntorno era più molta, e quella men che giacëa al tormento, ma più al duolo avea la lingua sciolta. Sovra tutto ’l sabbion, d’un cader lento, piovean di foco dilatate falde, come di neve in alpe sanza vento. Quali Alessandro in quelle parti calde d’Indïa vide sopra ’l süo stuolo fiamme cadere infino a terra salde,

Cadde, e diè nel sabbion l'ultimo crollo del regnator di Libia il grave trunco. Corse lo spirto all'acque, onde tirollo Caron nel legno suo col graffio adunco. Orlando sopra lui non si ritarda, ma trova il Serican con Balisarda.

Supin giacea in terra alcuna gente, alcuna si sedea tutta raccolta, e altra andava continuamente. Quella che giva intorno era piu` molta, e quella men che giacea al tormento, ma piu` al duolo avea la lingua sciolta. Sovra tutto 'l sabbion, d'un cader lento, piovean di foco dilatate falde, come di neve in alpe sanza vento.

Dopo molto cercare, al fin discende verso meriggie alla terra di Spagna; e lungo la marina il camin prende, ch'intorno a Taracona il lito bagna: e come vuol la furia che lo mena, pensa farsi uno albergo in quella arena, 58 dove dal sole alquanto si ricuopra; e nel sabbion si caccia arrido e trito. A men d'un braccio ella gli giunse appresso, perché non s'era accorta ancora d'esso.

Supin giacea in terra alcuna gente, alcuna si sedea tutta raccolta, e altra andava continuamente. Quella che giva intorno era piu` molta, e quella men che giacea al tormento, ma piu` al duolo avea la lingua sciolta. Sovra tutto 'l sabbion, d'un cader lento, piovean di foco dilatate falde, come di neve in alpe sanza vento.

Quella che giva ’ntorno era più molta, e quella men che giacëa al tormento, ma più al duolo avea la lingua sciolta. Sovra tutto ’l sabbion, d’un cader lento, piovean di foco dilatate falde, come di neve in alpe sanza vento. Quali Alessandro in quelle parti calde d’Indïa vide sopra ’l süo stuolo fiamme cadere infino a terra salde,