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Giunti sulla riva, Bruno indicò il bastimento; una goletta a due alberi e a due rande, armata di cannoncini di bronzo, carica di soldatini di piombo, alcuni dei quali davan del naso nella schiena dei compagni. Se ne va! disse Bruno ridendo. Ora come facciamo? E tolta la mano dalla mano dell'amica, chiese di nuovo: Quanti anni hai? Diciotto, rispose Nicla. E tu?

Filippo salì, sorrise a Loredana, si volse a prender dalle mani del facchino le valigie, le collocò sulla rete, e sedette infine di fronte alla giovane, con un sospiro di sollievo. Poco dopo, lo sportello era chiuso e il treno riprendeva la marcia. Filippo non aspettò altro, e si chinò a baciar le mani dell'amica, poi il volto e le labbra, senz'attendere ch'ella raccogliesse il velo sulla fronte.

Angiolina, non meno dell'amica penetrata dalla tenerezza, in poco tempo raggiunse la forestiera, la quale, vedendosela così presso, cessò dal cantare e si avviò verso il padiglione, mentre il giovanetto suonatore di liuto e gli altri ragazzi la seguivano.

Adriana, accorse anche lei a casa dell'amica e vedendola così sconciamente esposta agli sguardi di tutti, fece uscire di camera gli estranei, le tolse i guanti, la sciarpa, la coprì, raccolse le vesti e si dette a vegliarla. Ubaldo non capiva nulla, pareva pazzo; non vedova nulla altro che quella povera donna che credeva dovesse spirare a un tratto.

Non cercai di veder Violet al suo arrivo. Dal momento in cui mi scrisse «cedo» mai mai cosa alcuna mi fu più dolce che obbedire a un desiderio dell'amica mia, contrario al mio egoismo, ai desiderii miei. Io spero avere così amata una tale creatura, avere così usato un tal dono di Dio il meno indegnamente possibile. Solo mi permisi di andare verso le sei della mattina, allo sbarco del vaporetto che corre continuamente fra Bingen e Rüdesheim, essendo sicuro, per la lettera di Violet, ch'ella non sarebbe arrivata così per tempo. Mi trattenni col

Ma venga anche tutti i giorni, la prego. Faccia conto che questa casa sia sua, esclamò Filippo, incalorito dalla speranza di aver finalmente nuove dell'amica. La Teobaldi si alzò e s'incamminò con passo svelto, a testa alta, il ventaglio nella destra, pensando a un figurino di gran dama che aveva visto in un giornale di moda.

Bruno correva a fianco di Nicla, poi che ella stessa correva più che non camminasse; e sentendo la mano dell'amica stringere, stringere forte la sua, il fanciullo tollerava il dolore senza far motto. Poi la luce intorno cangiò. Bruno levò il capo a guardar Nicla e la vide tutta rossa. Ella abbassò gli occhi per rispondergli e anche vide Bruno tutto rosso di riverberi.

Fors'anche, e questo mi pare più probabile, ella non voleva spaventarlo di soverchio coll'ombra dell'amica lontana, e mirava a serbarsi il benefizio di parlar chiaro e di mettergli le sue condizioni più tardi. Gli faceva insomma la strada piana ed agevole ad entrar nella rete, salvo a fargli trovare gl'intoppi quando si trattasse di uscirne.

No, no! rispose Bruno prontamente, come avessero minacciato di gettarlo in acqua. Allora a cuccia? domandò Nicla. Egli sorrise e s'accovacciò ai piedi dell'amica. E sentendo che il conte non aveva più voglia d'aprir bocca, e che il piccolo e il grande si odiavano di tutto cuore, ella riprese: La tua mamma è partita? : iersera! affermò Bruno alzando gli occhi in faccia a Nicla.

Il dolore dell'amica era troppo crudele, era troppo disperato, perchè non scendesse anche nel suo cuore. Finalmente potè parlare colla voce interrotta dal singhiozzo. Maria, in te parla l'ira figlia del tuo dolore. Tu parli cinicamente, perchè sei disperata; ma io non posso credere, che sii divenuta cattiva, perchè sei infelice.