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Bruno, salito per primo, si volse ad aiutare Nicla, porgendole la mano; e partirono, la fanciulla remando prima a sciaroga e poi adagio verso la goletta, e Bruno, seduto a' suoi piedi, guardando piuttosto la nuova amica che il bastimento, raggiunto con pochi colpi di remo. Eccolo! disse Nicla, inchinandosi sul bordo e stendendo il braccio. Lascialo, ordinò Bruno. Rema ancora. Andiamo più avanti!

Nicla, seduta sulla parte più alta della roccia, lasciava dire il fanciullo, che stava accosciato a sbarcare i soldatini di cui la goletta recava un grosso carico, e a distribuirli nelle varie guarnigioni.

Egli dondolava un poco sul fondo della barca ad ogni brivido dell'onda, e Nicla sorrise, abbandonati i remi. Bruno si levò in piedi, si puntellò alle ginocchia della fanciulla e le posò due baci sulle guance; ella lo baciò in fronte e lo tenne stretto fra le braccia. Vedi come siam lontani, disse, accennando la riva e la goletta che s'era fatta piccina sull'acqua.

Dopo tre anni di buon servizio come cadetto, questi era promosso alfiere, se di fanteria e cornetta se di cavalleria; e con l'alfiere, detto per antonomasia il primo grado di goletta, cominciava il lungo e faticoso calvario dell'ascesa ai gradi di ufficiale .

Egli trasalì: tuttavia cercando di non guardare la sua bella nuca bianca, introdusse due dita dentro la goletta fissò il fisciù col pollice, e v'appuntò lo spillo. Quand'essa si rivolse s'accorse ch'era pallido. Che cosa avete? esclamò guardandolo con un'aria di bambina meravigliata. Io?... nulla! Un lampo s'accese negli occhi azzurri di lei.

Così la goletta aveva fieramente spiegato sui flutti la bandiera bianca con l'asinello riottoso, di cui Bruno guardava di tanto in tanto la groppa, pensando alla forza di quei calci gagliardi. Ebbene? gli disse Nicla stringendogli la mano. Non mi dici nulla? E lo fece salire nella lancia; poi gli sedette accanto sui cuscini bianchi dai bottoni rossi e prese tra le mani i fiocchi del timone.

La goletta vacillava sull'onda e le vele sbattevano al vento insieme al piccolo tricolore di poppa. Nicla e Bruno tacevano, ma si scambiavano un'occhiata di tratto in tratto sorridendo a vedere il bastimento che si dilungava a poco a poco. Allora, non conosci neanche il mio pap

S'interruppe: guardò Brunello; e soggiunse: Come oggi.... E subito io t'ho dato la mano, e tu mi hai ricondotta alla riva per ripescar la goletta. Era una giornata calda come questa, ma soffiava il vento. Tu m'hai presa l'anima quel giorno. E io quel giorno t'ho data la mia! rispose Bruno. Istintivamente le loro mani si cercarono e si strinsero. Ricordi ancora tutto? domandò Nicla.

Bruno, immobile tra le braccia dell'amica, con la testa appoggiata alla guancia di lei, volse gli occhi a guardare in silenzio. Su! fece Nicla, reggendolo dolcemente. A cuccia ancora! Torniamo a casa! Egli s'acquattò di nuovo ai suoi piedi. Incontrarono la goletta a met

Giunti sulla riva, Bruno indicò il bastimento; una goletta a due alberi e a due rande, armata di cannoncini di bronzo, carica di soldatini di piombo, alcuni dei quali davan del naso nella schiena dei compagni. Se ne va! disse Bruno ridendo. Ora come facciamo? E tolta la mano dalla mano dell'amica, chiese di nuovo: Quanti anni hai? Diciotto, rispose Nicla. E tu?