United States or Norway ? Vote for the TOP Country of the Week !


La povera madre sentiva il bisogno di essere sola con lui, per ringraziarlo, per aprire il suo cuore a quell'angiolo salvatore di sua figlia e di lei, a quell'autore di tutte le sue contentezze. Ella è felice. Povera madre! Era tempo; andava egli dicendo tra , nel ricondursi a casa. Felici tutti, per me. Ed io?...

Don Onofrio Santa Croce rispose: Noi siamo venuti, Conte, come parenti ed amici a prendere parte delle contentezze vostre; e bene mi auguro, che le abbiano ad essere grandissime; imperciocchè io non vi conobbi mai di umore gaio, da pretendere di emulare il buon vecchio di Teo. Ed io ebbi torto a non procurarmi cotesto umore, Principe; e quello ch'è peggio, io me ne sono accorto tardi.

Trascorse quelle tre ore assassine, venne comandato di rimettersi in viaggio. Fatti venti passi a guisa d'ubbriaco, ricuperai via via l'uso delle giunture e della coscienza, e ridiventai me stesso. Si camminò indefessamente tutta la notte, e fra le altre contentezze si dovette guadare un torrente sino all'inguinaia, ma, rincalorite le membra, non ci si abbadò gran che.

Anzi troppo spesso, in cambio di quanto stava nelle sue speranze, gli toccava d'invelenirsi il sangue sempre di più, per le molte contentezze che ai Sant'Angelo capitavano e per il bene che diceasi di loro in tutto il paese.

Che tal contentezze veggia in lui qual egli ave data a me che, contra mia voglia, me l'ha fatta sposare!

PILASTRINO. Le contentezze, le beatitudini e le gioie e i piacer gusto ne l'anima, e nel corpo a un tempo, quand'io vado a mangiar con qualcuno ove si trovi la mia padrona. ARTEMONA. Questi son buon punti. Mi pari un Salamon. Saresti buono a leggerne in iscranna.

Luna, e tu parimente, che porgesti, velando il chiaro viso di piú oscure e fosche nubi, a tal felicitá favor, non sará mai mia lingua stanca in pregar chi che sia che lo può fare ne le tue contentezze; e che ritornino i dolci abbracciamenti de lo amato Endimion quanto mai lieti e spessi.

Il pagliaccio mi s'è affiochito per via e ha mezzo perso la voce; sua sorella, la Gilda, è cotta d'un impiegato di ferrovia che le faceva l'asino a Tricarico, e gli scrive lettere tutta la santa giornata e non mi lavora più come prima. E la Rosetta che a un tratto mi vien fuori con l'isterismo! Che? Contentezze grandi, caro signor dottore!

Qui intanto non avete a fare più nulla, ch'io mi sappia. Oh no, purtroppo; rispose il giovane ma voi, padre mio? Non vi date oggi più pensiero di me che non abbiate fatto in quest'anno di scapestrataggine; rispose il signor Amedeo, tornando alla sua parte di burbero. Io, poi, ci ho il mio resto di contentezze a Torino.