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Si aggiunga a questo l'idea di esser la nazione prediletta da Dio, l'opinione generalmente radicata in essi che la storia abbia dato loro ragione in questa pretesa; finalmente il disprezzo verso tutte le altre credenze, il ribrezzo di avere un contatto con ogni altra razza umana, tutto ciò fece scontare a questo popolo la pena del suo amor proprio nazionale, della sua ripugnanza ad avere rapporti con gli altri uomini, infino a tanto che furono dai cristiani confinati in un ghetto.

Dopo averli confinati in certe zone di terreno chiamate reservations violano i patti; i soldati fanno invasioni continue e si abbandonano alla caccia del bisonte e degli altri animali, per il solo piacere di distruggerli, mentre formano l'unico nutrimento del Pelle Rossa; gli impiegati, poi, rubano quasi tutti i doni e le merci inviate dal Governo agli indiani.

Sdegno discutere con voi intorno a ciò che esigete dall'Inghilterra rispetto ai proscritti. Io sono esule e vostro nemico; mi abbasso a ragionare su quanto io riguardo mio diritto e dovere, con un potere tirannico. Potendo, lo abbatto. Le mie parole potrebbero essere fraintese come volte a difendermi, ed io rifuggo dal possibile orrore. Qualunque legge sia fatta a nostro riguardo, m'è eguale; giusta, l'accetto; ingiusta, mi assumo di violarla, che che ne avvenga. Il nostro è stato di guerra. Noi nol scegliemmo: ci fu e ci è tuttora imposto. La tirannide ci ha tolto la patria; non vi è potere che ci protegga; non sono per noi passaporti, non leggi alle quali appellarci, giustizia sulla terra, se non quando possiamo imporla noi stessi. In tutto il Continente, solo perchè repubblicani, o sostenitori della nostra bandiera nazionale, noi siamo dichiarati sospetti, e come tali imprigionati, confinati, privi di ogni possibilit

Ciò commoveva anche più i cittadini che rimanevano. E nondimeno moltissimi (i parenti poi v’eran tutti) li vollero accompagnare anco più oltre del limite stato permesso, quello cioè della porta di Ripalta. Al che gli stessi nemici non seppero opporre. E guai a loro se in quella generale esacerbazione l’avesser fatto! Troppo era il dolor disperato che que’ cittadini provavano nel lasciarli, quando essi oltracciò dovevan rimanere in balìa degli avversari! Per quel tratto poi, e sul momento dell’addio, tanti furon gli amplessi e i caldi baci, e i singulti, che non sapevan distaccarsi da loro! Ed oh! pe’ poveri esuli quale addio! Un saluto di caldo affetto lo davano non solo ai parenti e agli amici, ma anche a quelle mura paterne che con tanti stenti e sacrifizi lungamente avevan difese, e dove lasciavano ogni cosa più caramente diletta; e chi sa! forse per sempre! Novello e doloroso spettacolo fu a vedere tanti prodi, chiusa in petto l’amara doglia del vinto e dell’esule, privi quasi di tutto, andarsene confinati in un luogo alpestre, e nella quasi certezza d’essere anco l

Una volta i Bianchi confinati col

I due giovani sposi avevano avuto appena tempo di dare un'occhiata al paesaggio e di fare qualche breve passeggiata all'aperto. Ma, il terzo giorno, nelle ore pomeridiane, una pioggerella fina, insistente, li aveva confinati in casa.

Una domenica dell'aprile 1821, io passeggiava, giovanetto, con mia madre e un vecchio amico della famiglia, Andrea Gambini, in Genova, nella Strada Nuova. L'insurrezione Piemontese era in quei giorni stata soffocata dal tradimento, dalla fiacchezza dei Capi e dall'Austria. Gli insorti s'affollavano, cercando salute al mare, in Genova, poveri di mezzi, erranti in cerca d'ajuto per recarsi nella Spagna dove la Rivoluzione era tuttavia trionfante. I più erano confinati in Sampierdarena aspettandovi la possibilit