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Questo passammo come terra dura; per sette porte intrai con questi savi: giugnemmo in prato di fresca verdura. Genti v’eran con occhi tardi e gravi, di grande autorit

¹⁴² Il solo Gorani, Mémoires, I, 471, nel 1793, scriveva: «I conventi dell’Isola possiedono beni incalcolabili. In provincia però s’intristiva sovente nei disagi; e v’eran conventi nei quali la tanto gradita campana del refettorio sonava solo pro forma.

Il cocchiere si sarebbe guardato bene dal salir sopra per servire a colezione o in una serata; il domestico da livrea non si sarebbe mai acconciato a cingere un fardello: questo avrebbe fatto soltanto il mezza-livrea; e non è esagerazione se si porti il numero di tutta codesta gente a ventidue, ventiquattro persone tra maestro di casa, camerieri, domestici propriamente detti, cuochi, cocchieri, e via discorrendo»³¹⁰. V’eran case che tenevano fino a sei lacchè con livree, alcune delle quali, per voler apparire ricche, riuscivano stravaganti.

Non fronda verde, ma di color fosco; non rami schietti, ma nodosi e ’nvolti; non pomi v’eran, ma stecchi con tòsco. Non han aspri sterpi folti quelle fiere selvagge che ’n odio hanno tra Cecina e Corneto i luoghi cólti. Quivi le brutte Arpie lor nidi fanno, che cacciar de le Strofade i Troiani con tristo annunzio di futuro danno.

⁷² Villabianca, Diario, in Bibl., v. XXVI, pp. 97, 353. V’eran poi gli eterni disturbatori de’ teatri, tanto cari a certi codiciai moderni, nati fatti per proteggere i birbanti; ma la polizia del tempo, senza permesso ordine di nessuno, metteva loro addosso le mani e li mandava al Castello. Il giovane Marchese Costantino, capo di codesti sconsigliati nel 1797, informi.

Questo passammo come terra dura; per sette porte intrai con questi savi: giugnemmo in prato di fresca verdura. Genti v’eran con occhi tardi e gravi, di grande autorit

Non fronda verde, ma di color fosco; non rami schietti, ma nodosi e ’nvolti; non pomi v’eran, ma stecchi con tòsco. Non han aspri sterpi folti quelle fiere selvagge che ’n odio hanno tra Cecina e Corneto i luoghi cólti. Quivi le brutte Arpie lor nidi fanno, che cacciar de le Strofade i Troiani con tristo annunzio di futuro danno.

V’eran quindi le donne; a capo delle quali la Margherita consorte di Pier-Antonio: e accosto e di seguito la propria figlia Maria con le più giovani intese a filare od a torcere: più discosti infine e più presso all’uscita i garzoncelli e qualche bambino; tutta gente di parentela e del vicinato.

e delle sue torri e del gran fabbricato non restò allora che un ammasso di macerie. Messer Simone, confinato omai al Pantano, vi lasciò solo una guardia per le poche stanze che nell’interno v’eran rimaste. Si scendeva da quelle in ampi sotterranei dove la luce diurna non era mai penetrata.

Nella sala dove il de’ Rossi accoglievali v’eran pure quattro giovinetti suoi figli, e la nobil consorte. Baschiera stava gi