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Per quanto gli piaccia mentire, mostrandosi mondo di colpe, puro come un agnellino, di nient'altro dolente che delle esorbitanti pretensioni del signor Almirante Colon, egli non manda di sicuro a cercar la gente a cui versare nel seno le sue giustificazioni. Allora? Allora, mio caro, voi siete il conte di Lavagna.

Era il figliuol suo, don Diego Colon, gentiluomo della corte di Ferdinando. Si odiava il padre, e si teneva a corte il figliuolo; per un resto di pudore, forse, o piuttosto per salvar le apparenze. l'Almirante, sebbene ferito in tanti modi, nella sua dignit

, è vero; e la faremo. Ma che vuoi tu dire con ciò? Questo, mia buona regina: che anch'io, dopo l'ossequio dovuto a Vostra Altezza, non vedevo più altro fuorchè don Cristoval Colon, il grand'uomo, il luminare del mondo. Come ne parli! esclamò Giovanna, guardandola fissamente negli, occhi. E non temi, dandogli questo titolo, di far torto ad Apollo, il dio della luce?

Il ricapito della lettera regia era questo: «A Don Cristoval Colon, nostro almirante sul mare Oceano, vicerè e governatore delle isole scoperte nelle Indie». Anche questi titoli, come erano stati lesinati, un anno addietro! Per la insistenza di Cristoforo Colombo a domandarli, era pericolata all’ultimo momento la spedizione. Tempi mutati!

Don Cristoval Colon, che la marchesa ha sempre stimato e protetto, è in fin di vita; Vostra Eccellenza lo ignora. Unica e sola, che potesse anche giovargli in un delicatissimo caso di coscienza, era Beatrice di Bovadilla.

Fin dalla vigilia della partenza di Cristoforo Colombo per il suo primo viaggio di scoperta, aveva tentato, checchè potesse costarne al suo cuore, di ravvicinare la sdegnosa Cordovana al padre del suo Fernando. Mi assicurate che questo è il vero? che siete andato a Siviglia per ottenere i buoni uffici della marchesa di Moya nelle cose di don Cristoval Colon? e non per altro, non per altro?

Allora, poi, scoppiò per Consalvo la gratitudine del re Ferdinando, com'era scoppiata per Cristoforo Colombo, le cui reliquie, tolte nel 1513 dal chiostro di San Francesco in Valladolid e trasferite a quello dei Certosini de las Cuevas di Siviglia, ebbero per concessione regale l'onor della scritta: Por Castilla y por Leon Nuevo mundo halló Colon.

Egli non diede alle stampe tutte le sue conferenze, non tutti i suoi discorsi lasciò raccogliere. Pubblicò prima nel 1880, insieme con quelle di dieci altri amici, la conferenza sul Vino, ora entrata nelle nuove edizioni delle Pagine allegre; e l'anno dopo, nella Gazzetta letteraria di Torino, quella su L'espressione del viso, che aveva fatto al teatro Carignano per sovvenire ai figli del morto amico Roberto Sacchetti. Delle tre conferenze che disse al teatro Colón di Buenos Aires e poi al teatro Solis di Montevideo, fra l'aprile e il giugno del 1884, su Vittorio Emanuele, Cavour e Garibaldi, quest'ultima sola rifece e stampò in Italia, quale si legge nel presente volume. Più volte fu ristampata l'altra conferenza su I nostri contadini in America, tenuta il 31 gennaio 1887 alla Societ