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Io vidi più folgór vivi e vincenti far di noi centro e di far corona, più dolci in voce che in vista lucenti: così cinger la figlia di Latona vedem talvolta, quando l’aere è pregno, che ritenga il fil che fa la zona. Ne la corte del cielo, ond’ io rivegno, si trovan molte gioie care e belle tanto che non si posson trar del regno;

Io vidi piu` folgor vivi e vincenti far di noi centro e di se' far corona, piu` dolci in voce che in vista lucenti: cosi` cinger la figlia di Latona vedem talvolta, quando l'aere e` pregno, si` che ritenga il fil che fa la zona. Ne la corte del cielo, ond'io rivegno, si trovan molte gioie care e belle tanto che non si posson trar del regno;

Altri il busto real d'ostro, che splende Chiaro più tra' Fenici, umil circonda che dal collo in sul ginocchio scende, E d'aurei fregi, e di gran gemme abbonda; Altri l'ostro superbo a cinger prende; Indi la spada, onde di sangue immonda Corse per l'Asia ogni riviera, ed anco Onde Rodi tremò, gli appende al fianco.

Io vidi piu` folgor vivi e vincenti far di noi centro e di se' far corona, piu` dolci in voce che in vista lucenti: cosi` cinger la figlia di Latona vedem talvolta, quando l'aere e` pregno, si` che ritenga il fil che fa la zona. Ne la corte del cielo, ond'io rivegno, si trovan molte gioie care e belle tanto che non si posson trar del regno;

Che se donzelle, ed a non cinger nate La spada, ed a pugnar poco guerriere, Contra ogni belva non per tanto armate Fummo famose e bene esperte arciere; Or di questo non più: le membra amate Vili sul suol non lascerò giacere, E vedr

O non nati per l'armi a cinger spada, Ma sotto sferze a travagliare un remo In duri ceppi, ora ciascun sen vada, E conti altrui, s'io sbigottisco e tremo; Io sol vo' farmi a Rodi oggi la strada, Io sol provarmi nel periglio estremo; Toglietevi di mano ed archi e strali: Ah lacci poco essercitati e pali!

Da le nubi squarciate io vedo il sole Cinger, nudo e ridente, Il suol ricco di mirti e di viole In abbraccio possente; E dai fieni falciati, e da le messi Mareggianti all’aperto, Da le chiome de l’elci e dei cipressi, Da l’arido deserto, Dai grandi boschi urlanti al vento iroso Con grido appassionato, Dal fremito d’amor voluttuoso Che ravviva il creato,

Io vidi più folgór vivi e vincenti far di noi centro e di far corona, più dolci in voce che in vista lucenti: così cinger la figlia di Latona vedem talvolta, quando l’aere è pregno, che ritenga il fil che fa la zona. Ne la corte del cielo, ond’ io rivegno, si trovan molte gioie care e belle tanto che non si posson trar del regno;

65 Il traditore intanto dar parole fatto gli avea, sin che i cavalli e i fanti vede esser giunti al loco ove gli vuole; da la porta esce poi con altretanti. Come le fere e il bosco cinger suole perito cacciator da tutti i canti; come appresso a Volana i pesci e l'onda con lunga rete il pescator circonda: 66 così per ogni via dal re di Frisa, che quel guerrier non fugga, si provede.

71 E quindi van per mezzo la cittade, e vi ritruovan le donzelle altiere, succinte cavalcar per le contrade, ed in piazza armeggiar come guerriere. calciar quivi spron, cinger spade, cosa d'arme puoi gli uomini avere, se non dieci alla volta, per rispetto de l'antiqua costuma ch'io v'ho detto.