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E andavano nell'acqua restii e paurosi.... Oh vedi! Lei a un tratto si lascia andar giù, il collo, il mento, la bocchina, con uno sforzo, giù! fino alle nari! L'acqua verdissima in giro alla testa sembra stringerla con cerchi d'argento, scoppiano le bolle d'aria spumeggiando e le crespe dell'ondina trasparentissima svelano le carni bianche sommerse, con certi guizzi fuggenti!

E pazienza! Ma scommettiamo?... Stassera non m'hai ancora domandato che cosa pensi io.... Io penso che.... dev'essere un maschietto e la sposuccia, col mignolo nella bocchina, sorride da inviziatella, simulando un gran mistero: poi da bambina: Mi porteranno un maschietto, se avranno un po' di giudizio.... perchè lo desideri tu, Gigio, perchè lo desidero io. Capisci.... Capisco benissimo.

Hai certi labruzzi scarlatini come un prosciutto, una bocchina uscita in fuori com'un porchetto, gli occhi lucenti come una capra, le poppe grassette come una vitella, le groppe grosse e ritonde come un cappone impastato: in somma non hai cosa che non mi muova l'appetito; ebbe torto la natura non farti una capra. CHIARETTA. E tu che vòi esser mio marito, un becco.

I marinai sono buoni diavolacci che, tutto il giorno, attendono ai bagnanti. Si pigliano su in collo i bimbi, a due a due, porgono la manaccia alle signorine, danno una palmata umida sulle spalle dei giovanotti, adagiano le mamme sulla sabbia. guizzano coi babbi fino a un miglio dalla spiaggia per mostrare il faro di Genova che sorge dall'ondoso piano. E cantano ai bimbi strillanti e promettono una barca d'argento piena di pesci d'oro. Sorridono alle signorine e dicono: Brava! se l'amara spruzzaglia del fiotto non trovò la spaurata bocchina aperta. Esclamano coi giovanotti, al confronto della loro mano bruna colla pelle cittadina: Mié: u mainâ a l'h

Bissi non osava di dirmi una parola di conforto. Così passarono parecchi giorni. Entravo per pochi minuti, due, tre volte il giorno nella camera di Fausta, ripetendo lo sforzo di costringimento, senza sentirmi commovere dalla vista della creaturina attaccata al seno della madre beata di sentir scorrere abbondante nella bocchina, che suggeva il capezzolo, l'affluenza del latte.

Tratto tratto la campana dell'ospedale riprendeva a sonare a morto, e la suora rabbrividiva. Poi s'udì lontan lontano il fischio acuto della locomotiva sibilare fra i rintocchi lenti della campana. Il bambino alzò il dito, come per accennare quel suono ben noto, che gli richiamava tante storie e promesse serene di viaggi, e susurrò cogli occhi scintillanti e la bocchina aperta al sorriso.