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In quest'altra piccola luna da strada scintilla il fondo abisso del mare con palombaro e lampadina elettrica fra guizzi fulminei di pesci. Ma la giocondit

E andavano nell'acqua restii e paurosi.... Oh vedi! Lei a un tratto si lascia andar giù, il collo, il mento, la bocchina, con uno sforzo, giù! fino alle nari! L'acqua verdissima in giro alla testa sembra stringerla con cerchi d'argento, scoppiano le bolle d'aria spumeggiando e le crespe dell'ondina trasparentissima svelano le carni bianche sommerse, con certi guizzi fuggenti!

Mentre volgevo loro le spalle, io sentii, dal dolore della mia schiena, che troppo a lungo avevo trascinato, nella rete immensa e nera della mia parola, quel popolo moribondo, coi suoi ridicoli guizzi di pesce ammucchiato sotto l'ultima ondata di luce che la sera spingeva alle scogliere della mia fronte.

Ed era strano a vedersi, come mentre ei guardava le belle membra della giovinetta sposa, la squallida e cadente sua figura, dando certi guizzi repentini e particolarissimi si venisse grado grado rianimando, press'a poco come avviene di chi, assiderato e tramortito dal gelo, senta improvvisamente il vivo calore di una catasta accesa.

Fremiti e svenevolezze, palpiti e speranze, mal simulate gelosie ed ostentate freddezze, visioni fantastiche e delusioni amare, e gioie evanescenti come guizzi di baleno che rompa la notte e la renda più cupa....

La fiamma continuava ancora a mandare dei guizzi irresoluti e intermittenti, di guisa che quel luogo desolato ora era buio e tetro come la notte, ora era rischiarato come da un lampo fuggitivo. Il bel corpo di Valenzia steso col

Pietro Laner era sempre in piedi, dinanzi alla scrivania. Dacchè era entrato nello studio col direttore, gli era cominciato un ronzio nelle orecchie, insieme a un rumor sordo, cupo, che diventava sempre più forte. Colla mano si premeva la fronte, si premeva gli occhi: vedeva guizzi, scintille di fuoco.

Unico segno di risentimento di quell'uomo corretto come una somma giusta era un picchiare nervoso della bacchettina sul tronco della vicina pianta. Il giovane sosteneva il noioso interrogatorio con un viso duro, provocante, in cui passavano dei guizzi ironici.

Trascorse un quarto d'ora, durante il quale s'era fatto notte. Si sentiva sempre il fruscio monotono del mare, i tonfi cupi dell'ondate che si rompevano sugli scogli. Un baleno senza tuoni accendeva le nuvole di una luce scialba, con guizzi e serpeggiamente rapidissimi. Lampeggia, ricominciò il vecchio: non ci mancherebbe altro ora, la tempesta! Sciaverio non rispose.

La sua faccia bella, fiera , ma niente affatto truce, era stravolta in modo da far paura; la tinta pallida era scomparsa per dar luogo a una tinta bronzina che una collera illimitata rendeva sempre più cupa fino a diventare mattone; gli occhi profondi, scintillanti, che magnetizzavano, eransi ingranditi in modo strano e vi si vedevano dentro certi guizzi feroci da credere talvolta che gettassero fiamme; le labbra di solito sorridenti, erano increspate che lasciavan vedere i candidi denti convulsivamente serrati e sulla fronte spiccava una vena azzurra che ingrossavasi a tratti.