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La prima volta, lo so. Mario Torresparda ti fa la corte da luglio, quando eri a Livorno; cominciò una sera di plenilunio; fu niente, prima, uno scherzo, poi dalla Svizzera dove era lui, in Sabbina dove eri tu, ti ha scritto prima spesso, poi ogni giorno. Hai sempre risposto; saranno state da cinquantadue a cinquantacinque fra lettere e biglietti. Qui vi siete visti due volte, al Pincio, di mattina, venerdì diciotto novembre e domenica ventotto. D'allora gli prometteste d'andare da lui, ma hai gi

Eh! ora, a casa non ci torno più, dice la ragazzetta all'orecchio della vicina.... E poi, infin dei conti.... il signor Domenico i biglietti li ha dati a me.... Sono io che stamattina glieli ho chiesti.... a nome della mamma.

E andato alla scrivania, presso cui fu sollecito a seguirlo il Collini, l'ometto giubilante aperse il cassetto, raccolse nelle palme i biglietti che v'erano caduti poco prima alla rinfusa, e li lasciò ricadere sulla tela incerata.

Comunque sia, questa non era che una delle tante brighe di Roberto. Quantunque egli avesse consentito a farsi aiutare da qualche amico in alcuni uffici di minor conto, come scambio di biglietti, ringraziamenti ai giornalisti, ecc. ecc., c'erano lettere a cui doveva rispondere egli stesso, c'erano visite ch'egli non poteva ommettere, poteva delegare ad altri.

«Ci parlava con dolcezza di quando saremmo uniti, in un piccolo nido d'amore, e la sua anima invisibile vivrebbe tra noi: « Allora non mi spaventeranno le distanze ed i biglietti di strada ferrata, diceva sorridendo. Se vi scrittureranno per la China, io sarò l

«Non lascio un centesimo di debiti. Nella cassaforte troverete 450 lire in biglietti di banca, un libretto della Cassa di risparmio con 1148 lire, e una cartella di duecento lire di Rendita. I pochi crediti sono registrati in un quaderno che c'è nella scrivania. Un altro libro, chiuso nella scrivania anch'esso, contiene l'inventario fatto in Gennaio. Le variazioni avvenute poi le desumerete dallo sfogliazzo che vi mostrer

Ed ecco i miei soggiunse il Paganino da Genova, mettendo i suoi cinque biglietti da dieci nella borsa.

Il duca di Balbek fece a Morella tre visite. Ebbe con lei tre lunghi colloqui ove la sua esaltazione, un po' teatrale da prima, aveva finito per pigliar le proporzioni della demenza. Morella non l'incoraggiò, ma lo disperò facendogli leggere i biglietti che il principe di Lavandall le scriveva, tre volte al , dichiarandole che l'amava... a credito illimitato!

In tal caso tienti il denaro e fanne tu stesso l'uso che vuoi. L'avvocato non si mostrò punto dalla risposta, ma, presi due biglietti da cento lire li porse alla moglie. Questi sono per te, disse con calmo sembiante; io domanderò ove vadano a finire.

Afferrò l'involto; con mano tremante lo aperse; guardò i biglietti, li contò rapidamente; poi, in uno slancio subitaneo, si buttò ai piedi di Lucia esclamando nelle lagrime: «Grazie! grazie!... il povero Cecchino ha pregato per me!... mi ha mandato un angelo del Signore!.. Grazie! grazie!.. Adesso potrò essere accettata in convento!.. Ci volevano cinquecento lire; ci sono!