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E quando nei giorni successivi, e negli intimi colloqui colla fidanzata, essa confessò a Bonifazio che lo amava fino dal loro primo incontro, e lo aspettava rassegnata, colla speranza di rivederlo, risoluta di non volere che lui o nessuno, egli non sapeva darsi pace della sua dabbenaggine, e del tempo perduto.

In più ristretti colloqui il grand’uomo raccontò partitamente ai reali di Castiglia la fatte scoperte. E allora gli toccò di ricevere le congratulazioni, le lodi, le strette di mano di tutti i più eminenti personaggi. Molto egli gradì l’abbraccio di don Pedro di Mendoza, cardinale e primate di Spagna, che era stato il più autorevole dei suoi difensori al tempo del consiglio di Salamanca. Ma egli non potè reprimere un atto di stupore, vedendosi prendere tanto amorevolmente per tutt’e due le mani da don Fernando Talavera, vescovo di Granata, confessore della regina, e gi

Tuttavia malgrado ciò, malgrado fosse compreso dal fascino che facevan sempre più crescere i colloqui intimi ne' quali parlavano del più e del meno con tenere inflessioni nella voce, le carezze degli occhi, certi rossori subitanei, certi dolci sorrisi, certi tocchi innocenti.... que' mille nonnulla insomma che per gli innamorati sono tante incantevoli rivelazioni, non osò mai farle una dichiarazione.

E quando era stanco d'imprecare e di soffrire provava uno scoramento strano; un gran vuoto doloroso e desolante gli si stendeva dinanzi; ad una ad una vedeva le ore affacciarsi lente e tristi, senza più quella sola, nella quale, e per la quale, sentiva la vita, a cui tutte le altre erano legate, come alla gemma preziosa una collana di perle: l'ora dei fidati colloqui.

Sulla scrivania dello studio Alberto trovò un mucchio di biglietti da visita, di lettere, di fogli, di telegrammi arrivati per lui quella mattina. E mentr'egli prendeva in fretta una cucchiaiata di brodo e beveva un sorso di vino, altri biglietti, altre lettere, altri fogli, altri telegrammi arrivavano via via senza posa. E capitavano pure ambasciate e richieste di colloqui.

Sul mio onore... via, via andate... non fate il bambino... il vostro sarebbe un eroismo inutile... E tanti altri bei discorsi, che uniti al male che mi sentivo in dosso, e alla voglia di aver dei colloqui intimi con quella gentile infermiera, di cui avevo imparato ad ammirare il carattere, mi persuasero a cacciarmi nel letto, deciso però di non badare a prescrizione veruna del medico, o di chicchessia, qualora avessi udito suonare a raccolta le trombe, o tuonare il cannone.

Siete sincera? domandò, figgendomi gli occhi in volto. Pensai che un momento di debolezza mi avrebbe perduta irremissibilmente. Lo sono risposi. Egli mi lanciò uno sguardo acuto e chinò la fronte. Fu quello uno dei nostri ultimi colloqui.

In fatti, dopo un mese di vita campestre, a dire dei paesani, il signore aveva fatto una ciera più lustra. I suoi denti di alabastro brillavano più spesso nel sorriso dell'amorevolezza che non in quello della ironia mefistofelica. Usciva più sovente al passeggio. Si intratteneva sulla piazzetta a udire i colloqui dei contadini, a veder giuocare i fanciulli. Riceveva qualche visita alla sera.

Da allora i colloqui si reiterarono. Per l’erba le vacche stavano sparse; e giacevano ruminando o pascolavano in piedi. Quelle moventi forme pacifiche aumentavano la tranquillit

Il vecchio uomo riappariva soltanto ne' colloqui che Marco avea col padrone. Quando il marchese Piero meno se l'aspettava, lo vedeva comparir nella sua camera, nel suo salotto, pian piano, come se, in apparenza, temesse disturbarlo; e subito faceva domanda di grosse somme. Costui operava verso il marchese Piero come Cristina verso la principessa.