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Aggiornato: 28 giugno 2025
Entravano liberamente Signori e Signore dell'aristocrazia e dell'alta borghesia, che avevano biglietti per posti distinti. Venivano volentieri a godere dello spettacolo di quel processo! Pure qualche volta accadde a una dama di commoversi; altre però fecero mostra di una durezza fenomenale.
E così dicendo rompe la busta e ne leva cinque biglietti della Banca Nazionale, che sventola ad uno ad uno e guarda attraverso la luce della finestra. A quella vista, a quel fruscio, Donato sbarra tanto d'occhi e si sente come mozzare il fiato.
Sulle carte di visita era impresso uno stemma gentilizio sovrapposto ad una parola enigmatica, che i tre sapienti del villaggio non avevano osato interpretare: Abrakadabra. I biglietti a stampa erano altrettanti boni della banca nazionale del valore di cinquecento franchi cadauno. Le tre lettere determinavano lo scopo e l'indirizzo dell'oblazione. La prima, al curato, per l'obolo di San Pietro;
Eccoli! diss'egli. Sono cento; contateli; cento biglietti, bianchi come la neve, biglietti da mille, e puri di macchia, non gi
Frattanto i liberi studenti fanno sciopero all'epoca degli esami.... I liberi scrittori si vanno emancipando dalla grammatica. I liberi industriali cercano sottrarsi al dispotismo della Banca fabbricando dei biglietti falsi.... I liberi impiegati trafugano le carte degli uffizî. I liberi cassieri viaggiano all'estero col superfluo dei fondi pubblici.... Le idee liberali marciano di galoppo.
Possibile?... e il Vharè, non pensando ad altro che a quella fortuna che lo salvava, strinse l'amante fra le braccia. Ella chinò il capo per islacciarsi il busto; e ne tolse un grosso pacco di biglietti di banca.
Da Cuma, poi, o da altro dei suoi luoghi di villeggiatura, non scriveva più lettere, ma biglietti, pagillares, come dicevano allora, da stare nel pugno; e guai a stringere, non se ne spremeva una goccia di sugo. Che cosa dovrò raccontarti io da Corsenna? La contessa Quarneri, mi dici; e vedo che ti sta molto a cuore.
In quell'istante un uomo seduto verso il centro della tavola mise la mano sulla pila d'oro e di biglietti e fece per trarli a sè. Ah! «pardon! pardon! pardon»! gridò Aldo, battendo il rastrello sui denari e fermandoli sulla tavola. «C'est
E mandano i loro biglietti di visita! Mah!... Forse per non vedere storpiati i loro nomi da un servitore; rispose Gino, sorridendo. Era il suo primo sorriso, dacchè la marchesa Polissena era entrata nello studio. Ed era anche giusto che sorridesse, il povero conte Gino.
Gli gettò una busta che Battista afferrò vivamente; accostatosi al lume, il servo aprì la busta e si mise a contare i biglietti. Lisa, di fuori, udite le voci dei due uomini, non potè frenare la sua curiosit
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