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Or manda me, ch'a nome suo t'onori, Onde la speme tua rimanga certa Che de' reali altissimi favori Per me ti faccia non bugiarda offerta. Felice te, che 'n sublimi amori Trovi la via senza cercarla aperta, E grazie godi, che per nulla etate S'affidò disïare altra beltate.

Reggeva Alfange de le genti armate In quei paesi a suo volere il freno, Alfange, a cui ciascun d'alta beltate Negò trovarsi paragon terreno; L'alme sembianze, e da ciascun lodate, Appena viste io pur lodai non meno, Ed a la vita mia d'aspro tormento Ciò fu cagion, ma non però men pento.

Povero d'ogni ben, fuor di sostegno, Specchio a gli afflitti io menerò l'etate, Ed in odio di me, finchè non vegno A presentarmi a' rai di tua beltate; Ma se non dassi dal superno regno Per un misero cor bando a pietate, Deh! scendi a consolar col tuo sereno Se non le mie vigilie, i sonni almeno.

Quì tacque, e dicea poi: di gemme e d'ori Fa ben superba in Caria i suoi soggiorni Carme, ch'accende co' begli occhi i cori, men gli accende co' sembianti adorni; Costei fra le delizie e fra gli amori Trasse de la sua vita i primi giorni, E sormontando a la più salda etate, Sempre fu liberal di sua beltate.

E con la destra irata, ove trapunta Fascia d'indiche perle il sen circonda, Spigne entro il ricco manto orribil punta, E v'imprime ferita ampia e profonda. L'anima coraggiosa al varco giunta Sen va col sangue, che la terra inonda, E mesta abbandonò per modo indegno Le membra, in che beltate ebbe il suo regno.

Per tal modo se stessa ella consiglia Passar nascosta la fiorita etate; Ma s'alcun la mirò, che meraviglia In raccontar di lei l'alma beltate! Di quì mossa la Fama un volo piglia E narra l'eccellenze altrui celate, E tanto de la donna i pregi spande, Che varco le s'aperse a venir grande.

Donna, il cui grazioso e altero aspetto e 'l parlar pien d'angelica armonia, scorgon qual alma presso a lor s'invia a contemplar il ben de l'intelletto; deh, così amor non mai m'ingombri 'l petto d'umil disir, mai di gelosia gustiate 'l tosco: e sempre intenta sia a l'interna beltate il vostro affetto.

Ne l'aspetto di lui splende beltate, Ed era il viver suo lunge non molto Da' dieci lustri; e pur la lunga etate Con poche rughe gli solcava il volto. Ora a i Baron, che ne le sedi aurate Riposavano a mensa, ei fu rivolto; E chino ambe le man sul sen si pose; E 'n questi detti i suoi pensieri espose: XLII

Non così d'acqua colmo in mar discende, di tante dorate arene vago si mostra al suo paese il ricco Tago, d'onde 'l nome real di voi si prende, Quest'è l'arena d'oro, e queste l'onde di beltate e virtù, che 'l bello e santo animo e volto vostro, a l'Arno infonde. Non più la Spagna omai gioisca tanto, che s'ella ha 'l Tago con l'aurate sponde, Leonora avrem noi con maggior vanto. XI. Alla stessa

Perchè l'indugio quel suo moto interno Non queti, e cessi d'ammazzar se stessa, Adducendo il demon tosco d'inferno, Verso Sultana ingannator s'appressa: O dolce del mio cor tormento eterno, Pena per mio conforto a me concessa, Perchè contristi l'alta beltate Vientene a me, che tu mi fai pietate.