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Appena dette, con un ultimo sforzo, queste parole, venne meno e sarebbe caduta s'io non l'avessi stretta tra le mie braccia. Seguì un accesso nervoso che durò quasi tutta la notte. Ella fu assistita da un medico, dalla signora Emma e da una figlia dell'albergatore. Io vegliavo nella camera vicina. Il medico voleva partire quasi subito, ma lo supplicai tanto, che si trattenne fino a mezzanotte.

Questi, all'inattesa notizia, si turbò tutto; ma, parendogli che non fosse ancora tempo, le raccomandava riposo e le chiedeva se non s'ingannasse alle volte su la natura del male; tuttavia, dopo averla assistita per alcune ore, visto insomma che non c'era più dubbio, manifestò la sua intenzione d'avvertirne i fratelli.

¹⁸¹ Meli, Poesie: La Monaca dispirata. questa è poesia. Assistita dall’abile avvocato Don Onofrio Paternò, suor M.a Antonia Trigona vinceva la sua lunga causa di svestizione. Ella, col titolo di Baronessa di Spedalotto, Cugno, ecc., ereditava feudi considerevoli. Ed eccole a ronzarle attorno vagheggini e pretendenti.

La zia Giuliana disse che prenderebbe informazioni; ed infatti le fu confermato quanto la Cecchina aveva detto. Per dieci anni aveva servito nella famiglia d'un avvocato. La signora aveva una malattia in una gamba, e la povera donna l'aveva sempre curata, medicata, assistita.

Nel suo testamento ordinò di esser tumulata nel monastero dove sarebbe venuta a morire; ella fece anche un legato per le monache di S. Anna dei Falegnami, che l'avevano assistita durante la sua ultima malattia, e lo stesso testamento fu dettato al letto della morente il 15 febbraio 1547, nell'antico palazzo de' Cesarini, presso l'Argentina.

La Maria, nei lievi incomodi delle sue crisi materne, aveva desiderato d'essere assistita dal suo medico di famiglia, che più tardi aveva curati anche i bambini nelle loro piccole malattie.

Dopo la visita al capitano, messer Cino, tanto intimo di famiglia, non potea dispensarsi dal farne una di condoglianza a Selvaggia. Ella era tutta sola nelle sue stanze con quella buona Margherita, che avendo assistita sua madre, pregata rimaneva con lei. Fu un dare in un pianto dirotto allorchè Cino le si appressò. Egli aveva gi

Il capitano riprese i suoi lavori agricoli e di giardinaggio, la Maddalena assistita da Mosè e da una fantesca, ordinò la casa; e così ebbe origine la nuova famiglia Bonifazio, della quale abbiamo raccolto la semplice istoria in queste povere pagine.

E subito dopo la signora Valeria soggiungeva: «Sono tutta sossopra per la morte (dopo due giorni di malattia; una pneumonite acuta) d'una mia carissima amica, l'Adelaide Nocera. Tu le facevi il viso dell'arme, e io non pretendo che fosse una donna perfetta; ma era così buona, così intelligente e vivace! E aveva il segreto della eterna giovinezza. A quarantacinque anni ne mostrava poco più di trenta... Anche adesso, composta nel suo letto, se tu la vedessi!... L'abbiamo assistita, Gustavo ed io... Povero Gustavo che l'amava tanto, da tanto tempo, che affrettava col desiderio il momento di darle il suo nome!... Povero Gustavo!... In che stato è ridotto!... È per questo che lo voglio portar via da Venezia... Andr

Nell’inverno del 1874 la colse un male. Fu assistita dalla femmina lebbrosa. Donna Cristina Lamonica le mandò un cordiale e un cassetto di brace. L’inferma, distesa su ’l giaciglio, farneticava del cucchiaio; si levava su i gomiti, tentava di far de’ gesti, per secondare la perorazione. La lebbrosa le prendeva le mani e la riadagiava pietosamente.