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Tacque allor Giovanni: la mattina a appellava alle armi i Francesi tutti de' contorni, agguerrita gente, e vera milizia feudale; e, rotto il silenzio, confortavali a scansare e vendicar forse il fato dei lor compagni. Ed ecco l'oste di Palermo, che a cercar del fuggente s'era mossa co' primi albori, entrata sulla traccia, a gran passo a Vicari giugne.

Non doveva egli Mazzini conoscere simili deliberazioni e concerti? Potevano i garibaldini acclamare colui, che ribelli ne appellava e ci contrastava la marcia su Roma? Certo si è che a Roma, a Firenze e in tutta la penisola il sentimento popolare e lo sdegno nostro ad imprese fortunate avrebbero punito a misura di carbone chi, disponendo delle forze d'Italia, se ne giovava per impedirle l'incoronamento della propria unit

Egli, che l'avea sempre con tutto il mondo giudicandolo composto pressochè interamente di birbe e di matti, continuava la sua antica stima al Sant'Angelo, di cui aveva apprezzato in ogni istante le rare doti dell'intelligenza e del cuore. Ruvido nelle forme, questo suo sentimento l'aveva affermato cento volte. E vi si appellava anche quel giorno, volendo spiegare la ragione della sua visita.

In una sera di estate, circa il tramonto del sole, le due signore tornavano a passo lento dall'oratorio in compagnia di padre Roberto, chè così si appellava il religioso. Sediamoci un poco su questo monticello di verzura, disse la signora non vestita a bruno. Con sommo piacere, rispose la compagna abbrunata, io infatti sono molto debole.

Così alla ingiustizia si aggiungevan le beffe! Le sopraffazioni non si rimanevano qui. Un nuovo impresario dianzi citato, Andrea Toti, forte delle alte protezioni ceciliane, chiedeva (20 maggio 1797) la proibizione delle opere in musica al S.a Lucia. La Marchesa se ne appellava al solito Capitan Giustiziere, il Conte S. Marco, il quale non poteva darle torto; ma tra il ed il no, era il parere contrario, cioè che due teatri in musica non potevano stare, tanto che uno di essi era stato per varî anni senza musica⁷⁴: risposta che non dice nulla ed ha tutta l’aria di dar ragione alle due parti, mentre non ne d

E certo doveva essergli di bel vanto l’avere ad amico un sublime intelletto, che Cino appellava diletto fratello e signor d’ogni rima; e cui per la morte della sua Beatrice dedicò un’affettuosa canzone. Gi

I nomi adoperati dagli Ebrei per indicare il re sono: adón (signore) mélech (re) mescíahh adonai (l’unto dell’Eterno). Dovendogli dirigere il discorso lo si appellava semplicemente: o re, il re, oppure mio signore, il re. Nulla si trova nella Bibbia relativamente al trattamento o agli uffizi dei diversi membri della famiglia reale, tranne due passi: il primo dei quali in Samuele che appella Coaním (capi, ufficiali) i figli di Davide, e il secondo nei Paralipòmeni nel quale si legge: «che i figli di Davide erano i primi a fianco del re». Nella Bibbia non troviamo nulla di preciso sull’appanaggio del re, ma combinando tra loro certi passaggi, è facile capire che le loro rendite fossero assai considerevoli, e che derivassero dai cespiti seguenti: I doni volontarii dei sudditi; Le greggie e le produzioni dei campi, dei giardini, ecc. di loro esclusiva propriet

«Tu favelli le parole del savio, Conte Giordano: così tu avessi favellato sempre! Omar, Hussein, Sorakaappellava Jussuff rivolto allo squadrone: i chiamati uscirono di fila, ed egli comandò loro: «per la fede che vi tiene soggetti a me vostro Amira v'impongo, che se questo Cavaliere mi ammazzer