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Ricordano Malespini, cap. 206 a 208. Cron. anonima della cospirazione di Procida, loc. cit., pag. 249 a 263. Ferreto Vicentino, in Muratori, R. I. S. tom. IX, pag. 952 e 953. Cronica di frate Francesco Pipino, lib. 3, cap. 11, 12, in Muratori, R. I. S. tom. IX, pag. 686. Tolomeo da Lucca, lib. 24, cap. 4, in Muratori, R. I. S. tom. XI, pag. 1186-87.

Cron. sic. della cospirazione di Procida, l. c., pag. 262. Ric. Malespini, cap. 208. Gio. Villani, lib. 7, cap. 60. Montaner, cap. 42, con qualche diversit

Ma nel 1278 par che si volesse adunare più gente in quelle di Cefalù, Palermo, Messina, Monteforte, Milazzo, Lentini, Marineo, San Filippo; la posizione geografica basta a spiegare questa mutazione di disegni militari. Saba Malaspina, cont., pag. 342 a 345. Montaner, cap. 44, 45, 46, 47. Ric. Malespini, cap. 208. Cron. sic. della cospirazione di Procida, pag. 261.

Montaner, cap. 52. D'Esclot, cap. 84, 85. Geste de' conti di Barcellona, cap. 28, loc. cit. Diploma di Pier d'Aragona, in Rymer, Atti pubblici d'Inghilterra, tom. II, pag. 208. Surita, lib. 4, cap. 21. Il Montaner e il d'Esclot portan come sincera e schietta questa missione al papa. Saba Malaspina, cont., pag. 376. Anon. chron. sic., cap. 40.

²³⁶ Idem, 208. Chi mai potrebbe supporre, a priori, che i Cristiani, la cui religione aveva la sua ragion d’essere in una reazione contro l’immoralit

⁸³ Amm. Marcell., I, 208, 10 sg. Di questi avvenimenti interessanti noi abbiamo il racconto, scritto da Giuliano stesso. Nel manifesto, da lui mandato al Senato ed al popolo d’Atene, nel momento in cui, rotto ogni indugio, egli moveva contro Costanzo, il nuovo imperatore narra come sia avvenuta la sua proclamazione. Quel racconto, che ci fa rivivere nella realt

GEMELLI C., Storia delle relazioni diplomatiche tra la Sicilia e la Toscana negli anni 1848-49. Torino, Franco, 1853, p. 41. GARIBALDI G., Memorie autobiografiche, Firenze, Barbèra. 1888, p. 208.

²²¹ Villabianca, Diario, in Bibl., v. XXVII, pp. 377-78; XXVIII, pp. 322-23, 181, 227 e segg., 208.

Non si contrariava apertamente il voto emesso dal popolo livornese, perché se ne avea timore, ma da chi capiva qualche cosa si poteva dedurne il dispiacere del Governo. Comunque fosse, era la fermata decisa, e partito il vapore ». GARIBALDI, Op. cit. p. 208.