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È... e qui un moccolo da Livornese puro sangue È... che si tratta nientemeno... Di assedio della citt

Ma ora dormono tutti: Poco importa!... Li sveglieremo. Ma... guardino! Pretenderebbe che dormisse in strada?.. Dopo quello che si è fatto per voi? Aggiunse un amico in pretto Livornese Ah! Francesi, Francesi, se si fosse, mondo birbone, soldati del vostro schifoso imperatore o del papa...

Ahi! ahi! mi hai rotto una costola. Una di più, una di meno, sclamò ridendo Topo, poco monta: non è mica un occhio. Cane, interruppe la cuciniera, che tirava il fuoco sotto la padella, cane! mi fai le corna con Sandrina. Sandrina ha tanti anni quanti il brodetto. Ma ha dei quaini*. * Denari nel vernacolo livornese.

Tutti i cittadini delle diverse classi si sono affollati per visitare e conoscere da vicino il nostro Garibaldi, che si crede disposto a partire per la Sicilia, e che il popolo livornese vorrebbe invece rimanesse ora in Toscana

Non si contrariava apertamente il voto emesso dal popolo livornese, perché se ne avea timore, ma da chi capiva qualche cosa si poteva dedurne il dispiacere del Governo. Comunque fosse, era la fermata decisa, e partito il vapore ». GARIBALDI, Op. cit. p. 208.

Scendo e vado di corsa in via Grande, ove avevo l'appuntamento a Livorno; il Consolato Francese doveva darci modo di pervenire sicuramente a Marsiglia; chè la questura Livornese, diretta dal celebre Bolis stava con tanto d'occhi sgranati, affinchè nessuno salisse sui vapori francesi, importunando e viaggiatori, e marinari, e facchini di porto, fino a tanto che questi non avessero dati schiarimenti più che lampanti sull'esser loro, o sulle faccende che li facevano stare sul mare; anche muniti di biglietto, si correva rischio di esser mandati e con cattivo garbo, di dove si era venuti, e i passaporti non si volevano più concedere ad alcuno.

Oh! caspita! ne stampa ogni giorno più da fare strabiliare; nel giornalismo livornese abbiamo due periodici che a senso mio potrebbero ricreare una conversazione di demonii, e tu vedessi che effetto magico! Si direbbe che la placida popolazione della citt

Un marinaro livornese nel vederlo non potè frenarsi dal dire: «Dio salute! a considerare che questo bel sangue se ne ha da ire fuori di casa mi crepa dentro il cuore sole le persone, ma carte private e pubblici documenti di suprema importanza si confidarono nelle mani del Guerrazzi affinchè li serbasse, e gli spedisse; tra gli altri conservò parecchio tempo i fogli spettanti all'avvocato Vicini che fu presidente di Bologna; io so, ch'essendo aperti, ei li lesse, e vi trovò cose di cui egli intende ragionare a suo tempo a modo, e a verso per ammaestramento dei suoi compatriotti.

E qui qualche colpo di mano e qualche pedata: quindi gran discussione di ufficiali, a cui finiamo col prender parte noi tutti. Dagli ragione Mi dice un Livornese Non vedi che fiasca di vino hanno a tracolla... per strada fa comodo. Si urla, si strepita.. molti scendono, poi risalgono e i due non van via... Il Generale Grida una voce. Tutto tace e nessuno più pensa al meschino incidente.

« sarete soli a combattere...» Giunsi in Livorno l'8 febbrajo 1849, quando appunto giungeva al governatore Pigli l'annunzio della fuga del duca. E fui pregato d'annunziarla io stesso al popolo, che s'era raccolto per festeggiarmi, dacchè temevano non si trascorresse a violenze contro i fautori noti del fuggiasco principe. Era timore mal fondato. Il popolo livornese è popolo d'alti spiriti, tenerissimo di libert