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Aggiornato: 12 giugno 2025
In quel momento, dimenticando ogni altra cosa, non vidi che il tiranno della mia tragedia divenuto affatto ridicolo, n'ebbi dispetto, e girando sui talloni gli voltai la schiena. Animo, alla decisione, disse Uguccione.
Chiusi l'uscio, chiusi la finestra; e mi soffermai un istante presso i vetri a guardar gli olivi travagliati dal vento e ad ascoltar la voce collerosa del mare che s'era repentinamente destato nel buio laggiù. Come mi voltai a riprendere il mio posto, rividi lui immobile, con gli occhi bassi e una mano distesa sulla mensa accanto a un mucchietto di briciole.
Mi voltai. Ella stava guardandomi col mento appoggiato alle mani incrociate; era accesa in volto ed aveva gli occhi gonfi. Mi baciai una mano poi vi soffiai sopra per mandarle il bacio. Ella volle sorridermi, ma le lagrime tornarono ad empirle gli occhi. Allora le dissi: Cantate, Fulvia; venite a cantare.
Mentre cominciava l'operazione, io studiavo la maniera d'entrare in discorso. Egli mi prevenne domandandomi con molta gentilezza: Il signore è emigrato? No. Italiano? Sì. Giornalista? Diedi un balzo sulla seggiola e mi voltai a guardarlo negli occhi. Come mai poteva gi
Una volta ero cogli egiziani, poi disertai; sul Bar-el-Abiad caddi prigioniero di El-Mactud e voltai le mie armi contro gli antichi miei compagni, contro gli stessi soldati che io guidavo. Mi dissero che tu eri coraggioso come un leone e che a Kasghill fosti il primo a entrare nel quadrato di Hicks pasci
Non più di venti passi io potei procedere portando entro me prepotente il tumulto suscitato da quella fugace visione passata lasciando sul fondo oscuro della mia anima un solco di fiamma. Quando mi voltai, e la rividi, affacciata alla finestra, che mi fissava, sentii da me fuggire quasi l'essenza della vita. Come cera al fuoco sotto quello sguardo mi sentivo struggere, e mi lasciavo struggere.
Dopo aver guardato un po' intorno coll'aria d'un uomo preso più dal capogiro che dall'ammirazione, mi voltai verso il Gongora perchè mi leggesse nel viso quello che avrei voluto dirgli.
Mi fecero mille complimenti, mi volevano presentare il figliuolo e il fratello: io con una scusa qualunque voltai loro gentilmente le spalle, che amavo credere il nostro compagno di sventura, gobbo, sciancato, ridicolo, per potere almeno avere il vanto di aver conosciuta la famiglia più brutta, che in questi tempi Borgiani, passeggi sotto la cappa del Cielo!
L'Altro, dall'istante in cui era comparso, era rimasto di continuo innanzi a me. Era Filippo Arborio? Avevo proprio indovinato? Non m'ingannavo? Mi voltai verso Giuliana all'improvviso. Ella mi guardò. La domanda repentina mi rimase strozzata nella gola.
Ettore Sento gridarmi vicino. Mi voltai e vidi il Colonnello Perelli. Dunque si parte? Gli domandai immediatamente. Parli a bassa voce... chè io son tenuto d'occhio, guardi, ecco subito due musi proibiti che ci osservano... Ma dunque? Dunque venga stasera, alla Locanda della Luna. Ma ci è speranza? Credo che ci sia sicurezza... A rivederci A rivederci a stasera..
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