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Aggiornato: 16 luglio 2025
Il Professore che aveva ascoltato il concerto nascosto in un angolo remoto dell'ultima galleria, si fece strada come potè traverso la formidabile calca e, avendo dato alla guardia il suo nome, gli fu permesso di passare. La porta fu rapidamente richiusa dietro a lui. Il Professore entrò nella sala degli artisti portando nelle mani la sua cassetta da violino, vecchia e nera.
«Qualche volta Ezio porta con sè fin a quel suo trono il violino e cerca di raccogliere i discorsi dell'onda, che ora mormora umile sulla sabbia, ora striscia lunga e faticosa, ora sospira gonfia o minaccia le pareti dello scoglio, fiera di segreti rancori.
In questo mezzo, da noi, nella stanza usuale, si compilava fantasie sull'imminente assalto di Capua; quando, faccia radiante e portamento relativamente leggiadro, entrò il Paggi messaggiero della spedizione d'Isernia. Corda di violino che si spezzi nella soavit
Si aggiungeva che, carcerato, aveva ottenuto di poter suonare il violino per divertire la noia della prigionia, ma che il carceriere, per paura che si impiccasse, gli aveva lasciato soltanto allo strumento la quarta corda. Così egli aveva acquistato una delle sue più meravigliose abilit
Non era un violino, no: era la voce d'un angelo o d'uno spirito dolente e vagolante per la luminosa solitudine della notte. Quella voce non dovea parlare inutilmente al cuore d'una giovinetta entusiasta; ed ecco infatti aprirsi una finestra del secondo piano, comparire un non so che di bianco e un mazzetto di fiori cadere ai piedi del delicato ammiratore.
Markowski aveva un fazzoletto sudicio, ma il violino ne aveva uno pulito, morbido, di seta bianca. Markowski pose un cuscinetto di velluto nero sul collo spelato della sua giacca; vi poggiò sopra il violino, alzò l'arco e chiuse gli occhi: allora Markowski divenne un dio! Conoscete l'angoscia affrettata della «Sonata in fa» di Grieg?
Si fermò davanti alla porta chiusa della camera di Anne-Marie. Sporse tremando la mano e aprì l'uscio... Vuota, vuota la chiara stanza ridente!... Sul letto giaceva, socchiusa, una cassetta da violino: era il Guarnerius del Gesù, abbandonato nella sua piccola cassa da morto. Nancy si guardò intorno, disperata e convulsa. Dalla parete le sorrideva Fräulein, morta a Parigi qualche anno prima.
Alla fine d'ogni concerto l'impresario usciva con loro dalla sala degli artisti. L'impresario portava in braccio Anne-Marie attraverso le folle plaudenti. L'impresario portava i fiori e il violino. L'impresario saliva in carrozza con loro, e dalla finestra era lui che faceva colla mano cenno d'addio alla gente, quando Anne-Marie era troppo stanca per affacciarsi.
E quando furono nel salotto dove il violino di Anne-Marie era sul tavolo, e il suo arco su una sedia a bracciuoli, e un suo pezzetto di pece sul sof
Le sue labbra tremarono. Con un singhiozzo ella abbassò il violino. E' morto, disse.
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