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Aggiornato: 16 luglio 2025


La sala era certamente affollata, ma qui, nel vicoletto, al fresco, come si stava meglio, e senza pagare il biglietto! Per le aperte finestre uscivano il susurro degli intervenuti, lo strepito delle seggiole smosse, un fruscio d'abiti serici. Di tanto in tanto un accordo di violino, un suono rauco di tromba, una voce che chiamava.

Aveva anche letto la «Jungfrau von Orleans» per poterne parlare con la Villari quando studiava quella parte. La Villari amava discutere le sue parti con lui e si divertiva a provare su di lui gesti ed atteggiamenti che le dovevano poi servire in teatro. Egli non se ne avvedeva, e vibrava a tutte le fantasticherie di lei come vibra un violino che si tiene tra le mani, al suono d'un altro violino.

Cosa pensi, cuor mio? chiese Nancy. Perchè sei triste? Penso disse la ragazzina con occhi solenni come deve soffrire quel violino di essere chiuso l

Un Giuseppe Calcagni cantante, al S.a Cecilia allietava con un trattenimento di arie, rondeaux, concerto di strumenti, duetti, ecc.¹²². Altri ed altri ancora trovavano accoglienze oneste e liete; che Antonio Solli veneziano, impareggiabile sonatore di violino per le corti d’Europa, negli ultimi anni di sua vita sceglieva Palermo come sua seconda patria, «non indegno di stare accanto al maggior sonatore d’arpone che si fosse mai sentito», il palermitano Michele Barbici, di cui dopo il 1769 «si sonarono in Napoli o altrove con gran plauso i trii ed i quartetti»¹²³.

Aprì la nera cassetta e ne tolse il magnifico istrumento biondo che da trent'anni era il suo conforto e orgoglio. Girò la caviglia del cantino e tolse la corda di «mi». Poi levò la corda di «la». Poi quella di «re». La sola corda d'argento del «sol» rimase a mantenere il ponticello. Il Professore contemplò il violino.

Per far venir l'ora di andare da Flora, tolse il violino dall'astuccio e corse una mezz'ora sulle corde, ripetendo a memoria tutte le scale degli esercizi che da cinque o sei anni tormentavano il vecchio strumento. Per quanto la naturale disposizione l'aiutasse, il nostro filarmonico non aveva mai saputo uscire da quella mezza capacit

Canta sempre così, per addormentarsi disse Nancy da che ha sentito una volta un violino. La musica le piace. E Nancy raccontò della Romance di Svendsen, e del pianto di Anne-Marie. Se è così, disse Fräulein molto risoluta, le comprerò un violino domani. E così fece infatti. Il violino era nuovo e giallo e lucido, e dentro aveva un'etichetta col nome di «Guarnerius». Costava tre dollari.

E tu eri una bimbettina piccola, piccola come Anne-Marie. Ascolta Anne-Marie! disse Nancy, accennando alla finestra aperta della saletta da pranzo. Anne-Marie non aveva voluto venire neppure per due ore al Gartenhaus senza il suo violino. E adesso si era chiusa nella sala da pranzo a studiare. Ripeteva molto piano una piccola ninna-nanna, lieve e dolce, e perfettamente intonata.

Anne-Marie fu presentata al direttore d'orchestra, Jaroslav Kalas, tutto sorrisi sotto ai lunghi baffi rossi; e poi Fräulein e il Professore la issarono sul palco, e Bemolle le diede fra le mani violino ed arco. Ed ora Jaroslav Kalas batte il suo leggìo e alza il braccio. Poi ricordandosi a un tratto di qualche cosa, si china verso Anne-Marie. Hai il «la»?

Egli doveva ritornarle un giorno celebre e ricco: partendo non le aveva egli promesso che quando si sarebbe data la sua prima Opera alla Scala di Milano, vi avrebbero assistito insieme, loro due, in un palco colle tende di velluto rosso?... Anche l'opera di Bemolle aspettava, mentre egli correva per l'Europa portando il violino di Anne-Marie. Anche Bemolle era uno dei Divorati.

Parola Del Giorno

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