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Aggiornato: 22 luglio 2025
E così le dicea: Regia donzella, Che d'ogni sommo Re vinci la gloria, Se quì tu vieni a sanguinar quadrella, Oh quale al mondo lascerai memoria! Gi
Ben m’accors’ io ch’elli era d’alte lode, però ch’a me venìa «Resurgi» e «Vinci» come a colui che non intende e ode. Ïo m’innamorava tanto quinci, che ’nfino a lì non fu alcuna cosa che mi legasse con sì dolci vinci. Forse la mia parola par troppo osa, posponendo il piacer de li occhi belli, ne’ quai mirando mio disio ha posa;
Si è occupato, con competenza, di tutto lo scibile umano. Di storia, di scienza, di letteratura, di invenzioni, di geografia, d'arte, di navigazione, di esplorazioni, di musica, di coreografia, di questioni agrarie, di strategia militare, di industria, di drammatica, di legislazione. Egli ha biografato mezzo mondo. Da Dante a Cimarosa, da Leonardo da Vinci a Cavour, a Cantù, a Crispi.
Insomma nè tanti, nè tanto varii sono gli atteggiamenti effigiati da Leonardo da Vinci nella stupenda composizione del Cenacolo, quando il Signore profetizza: Amen dico vobis, quia unum vestri me traditurum est .
V enni a Perissa finalmente, dove R estar non volse Fúlica, ché 'l loco E ra d'errori e soperstizia pieno. Soperstizione. S tetti qui molti giorni, mesi ed anni I n una grotta sol per fiere usata, B evendo acque de stagni torbe immonde, I onci e palme tessendo e molli vinci.
Ispirane il desìo de' lochi eterni, E anco i nemici tuoi vinci ed ispira! Chiedi al Signor che tutti noi governi Luce di carit
Ben m’accors’ io ch’elli era d’alte lode, però ch’a me venìa «Resurgi» e «Vinci» come a colui che non intende e ode. Ïo m’innamorava tanto quinci, che ’nfino a lì non fu alcuna cosa che mi legasse con sì dolci vinci. Forse la mia parola par troppo osa, posponendo il piacer de li occhi belli, ne’ quai mirando mio disio ha posa;
E l'espressione dei volti! Ho citato Leonardo da Vinci, e torno a lui per quella stupenda Monna Lisa del Giocondo, il cui colore, leggermente scaduto tra il grigio e il violetto, fece dire a Teofilo Gautier che quella deliziosa armonia violacea, quella tonalit
I’ cominciai: «Maestro, tu che vinci tutte le cose, fuor che ’ demon duri ch’a l’intrar de la porta incontra uscinci, chi è quel grande che non par che curi lo ’ncendio e giace dispettoso e torto, sì che la pioggia non par che ’l marturi?». E quel medesmo, che si fu accorto ch’io domandava il mio duca di lui, gridò: «Qual io fui vivo, tal son morto.
Parola Del Giorno
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