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Aggiornato: 21 giugno 2025
Saba Malaspina, cont., pag. 411. Giachetto Malespini, cap. 222. Gio. Villani, lib. 7, cap. 94. Memoriale de' podest
E quei parenti, due villani, lenti, freddi ed avidi, che non avevano fatto mai nulla per lei, si portarono via il frutto delle sue fatiche e privazioni, la dote del bersagliere, il tesoro d'amore, che la poveretta aveva impiegato tredici anni a raccogliere. Il giorno quindici arrivò il bersagliere e venne direttamente da noi.
Suor Maria Maddalena dei Pazzi è chiamata da Gesù: Colomba mia, bella mia, sposa mia! Suor Maria Villani passa intere giornate discorrendo e baciandosi e abbracciandosi con Gesù. A Suor Anna di S. Bartolomeo Gesù si presenta com'era in vita, anzi le va dietro pian piano, l'ascolta e le mette una mano sul cuore, lasciandovi la sensazione d'una profonda ferita.
Saba Malaspina, cont., pag. 367. Gio. Villani, lib. 7, cap. 64, 65. Paolino di Pietro, in Muratori, R. I. S., tom. XXVI, pag. 88. Anon. chron. sic., cap. 39. Saba Malaspina, cont., pag. 367, 368, 381. Geste de' conti di Barcellona, cap. 28, loc. cit. Nic. Speciale, lib. 1, cap. 5. Cron. della cospirazione di Procida, loc. cit., pag. 270. Montaner, cap. 43. Bart. de Neocastro, cap. 32.
Ma se ne vedono tante!... È fâcheux, sentenziò il contino, che questi villani vogliano tutti avviarsi agli studi delle classi alte in cambio di stare alla vanga. L'agricoltura ne porta le pene. È questa l'opinione di Sua Eccellenza mio padre, ed è anche la mia.
Non sei in montagna qui, non sei in mezzo ai bifolchi, in mezzo a' tuoi villani!... Sei a Milano, fra persone come si deve! Poi, liberatosi il braccio ch'era diventato bianco, violetto ai polsi, fra le mani del Laner, gli disse di andar via subito: di andarla ad aspettare ai Giardini dinanzi al Museo.
Non avevano altro da inventare?... Bianca, rossa e grassa come lei era! Volerla far passare per tisica, lei?... Carogne!... Delicata era; sicuro; delicata; non nasceva da villani come loro, per questo.
Menavano l'Amira sanguinoso ai quartieri, e Giovanni Villani racconta,¹ come i Saraceni, vedutolo così mal concio, e intesane la cagione, tanto sdegno gli ardesse, che tolte le armi corressero addosso ai Cristiani, i quali avendoli ricevuti a visiera calata, ne sorgesse una zuffa fierissima con la peggio dei Saraceni: la nostra Cronaca però espone che ben essi volevano fare il diavolo e peggio, appiccare il fuoco alla terra, mandare a sangue ogni cosa, e poi ne venisse che cosa poteva venirne; ma lo Amira li trattenne, gridando, non volere che nessuno fosse sì ardito d'intromettersi nei suoi affari, essere quella privata offesa, e privatamente doversi diffinire; a eterno vituperio gli tornerebbe se altri si mostrasse più pronto di lui stesso a vendicare il suo onore; si rimanessero; a chi primo si fosse di un solo passo avanzato avrebbe di propria mano fatto balzare la testa dal busto: onde, aggiunge la Cronaca, i Saraceni persuasi dall'arringa, in particolare dalla perorazione, consentirono, sebbene di mala voglia, a quetarsi.
V, pag. 542. Paolino di Pietro, in Muratori, R. I. S., agg. tom. XXVI, pag. 39. Giachetto Malespini, cap. 218. Gio. Villani, lib. 7, cap. 87. Memoriale dei podest
Villani, e Giachetto Malespini, loc. cit., Cron. della cospirazione di Procida, pag. 270. I particolari non leggonsi tutti a un modo, in ciascuna di queste cronache. D'Esclot, cap. 91. Del parlamento fa cenno il Montaner, cap. 60.
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