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Aggiornato: 17 maggio 2025


Egli la interruppe: No, Gabriella, io vi voleva bene; siete la sola donna, che avrei sposata; vi amava senza esaltazione. ma molto: e quando vi perdetti, rimasi profondamente rattristato.... Tanto che mi recai in Levante, viaggiai continuamente, quantunque avessi potuto vivere tranquillo a Venezia con ogni agio: ma la mia citt

; disse sospirando il duca di Feira, e quella lettera che mi fu tanto dolorosa, mi ricompensò pur largamente di tante amarezze patite. Ma uditemi. Dopo avere aspettato senza frutto una lettera del lontano amico e, ingiustamente accusandolo, avevo rifatta la strada e valicate di bel nuovo le Ande, ero andato a imbarcarmi per l'Australia. Rimasi assai poco laggiù; visitai la Cina, ricorsi l'India, viaggiai, senza quasi far sosta, la Persia e l'Asia Minore, donde scesi in Egitto. Un'aspra cura mi stimolava; volevo andare, volevo esser più vicino che mi venisse fatto alle regioni vietate dov'ella era. Di l

Io non venni mai in Calabria. Voi viaggiaste? Dopo undici anni di galera, nel cinquantanove viaggiai a spese di Ferdinando II verso l'America. S'era in sessanta, e giudicammo miglior consiglio indurre il nocchiero a sbarcarci nella Gran Bretagna. Mi chiamo Gerace e nacqui calabrese. Ecco! vi conobbi a Londra.

Vel celarono. Tutta Parigi conobbe che io aveva toccato un rifiuto da quel conte alle piccole limosine. Viaggiai. Conobbi a Roma un'altra giovinetta. Ella era bella, figlia del popolo, artista, senza pregiudizi, povera, piana di spirito.... Al posto mio, altri avrebbe provato di farsi di lei una ganza. E perchè no? Kaunitz diceva a Maria Teresa: che ogni donna diviene ganza dell'uomo che può sborsarne il prezzo. Io aveva il prezzo di Aurora Mortier. La dimandai, al contrario, in matrimonio. Questa volta non mi diressi ai parenti, ma a lei stessa, alla persona interessata: « Mio bell'angelo le dissi questo fiore, che vi sembra bello,

, avete ragione. Così in quell'ora angosciosa ho giudicato anch'io. Ma poi oh! questo almeno credetemi! ho sentito che altri doveri erano per me altrettanto forti, altrettanto santi!... Da quel momento non pensai che a voi: vi cercai con desiderio intenso: ho sperato mille volte che vi sareste decisa un o l'altro a darmi vostre notizie. Ma nulla, nulla e sempre nulla! Mi credetti obbliato; vi credetti morta; pensai ( anche questo pensai!) che la vostra sorte vi avesse condotto a migliori fortune.... Allora, infiacchito, sfiduciato, senza più uno scopo dinanzi a me ed esortato dai medici a vigilare sulla mia salute gravemente scossa, lasciai l'Italia, vissi per qualche tempo con mia zia, la contessa Polverari-Nathan, la quale m'aveva preso affetto di madre; poi, in cerca di distrazione e di arie salutari, viaggiai: un inverno a Madera, quindi alle Indie, in China, al Giappone.... Mi feci una nominanza di avventure singolari e romanzesche: fole di cronisti male informati e dicerie senz'ombra di verit

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