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Aggiornato: 7 luglio 2025
Dato uno sguardo al vestibolo, m'affacciai subito con viva curiosit
Pregate per chi n'è stato cagione. La contessina chinò gli occhi lagrimosi, appoggiandosi alla parete. Era profondamente commossa, la pietosa donna, e bene intendeva ciò che volesse dire suo fratello in quel punto. Egli passò, scese rapidamente nel vestibolo, e aperto il portone uscì fuori.
Il generale era di cattivo umore, e misurava a gran passi, in diagonale, gli ottanta e cento metri quadrati del vestibolo. Incominciava a temere gli effetti della vita sedentaria; voleva fare del moto: e per farlo, e per istizzirsi di non poterne fare abbastanza, sceglieva le ore che Gisella dedicava al riposo.
In mezzo alla calca dei saloni era arduo poter contemplare le fisonomie e massime il portamento della persona ma da quella parte del vestibolo sulla prima gradinata ove s'era collocato il romano l'osservazione riusciva più facile ed abbracciava quelle che entravano e quelle che passavano senza entrare.
Traversando il vestibolo, udì entrare qualcuno dalla porta grande; le parve di vedere Montoni e raddoppiò il passo; ma riconobbe tosto la voce diletta di Valancourt.
E il pensiero venne a colpirla con tanta durezza, che la fanciulla balzò in piedi, corse nella camera da letto, ne uscì con un largo cappello bianco che piantò risolutamente in testa, e s'avviò, tenendo un ombrellino scarlatto fra le mani. Nel vestibolo trovò la signora Teobaldi, la quale s'avviava appunto dalla ragazza per strimpellare il piano.
Il primo senso schietto di meraviglia si prova entrando nel vestibolo del palazzo del Campo di Marte. Par d'entrare in una enorme navata di cattedrale scintillante d'oro e innondata di luce. È più lungo d'un terzo della navata maggiore di San Pietro, e l'Arco della Stella potrebbe ripararsi sotto le volte dei suoi padiglioni senza urtarvi la fronte. Qui si comincia a sentire il ronzio profondo della folla di dentro, che somiglia a quello d'una citt
Si alza da sedere per uscire a sentir chi fosse, quando i servi, entrano nella stanza: Eccellenza, gli dicono, è giunto il marchese Palavicino, e sale adesso le scale. Il giovane Sforza, agitato da una vivissima commozione, muove allora incontro all'ospite, il quale gli si affaccia dal vestibolo.
Eccomi a te disse l'Albani entrando nel vestibolo dove lo attendeva il compagno de' suoi giorni di espiazione. Fratello Consolatore gli stese la mano e lo introdusse nel parlatorio. Dio ti riconduce disse il Levita; Dio vuol darti un'altra prova della sua misericordia infinita...
Un giorno era a dirittura superbo, raggiante. Finalmente era riescito ad abbonarsi a un teatro di prosa per un mese. Ma proprio la prima sera, gli si ammalò una zia e lui non osò uscir di casa. La seconda sera, finalmente, fu padrone di sè stesso! Andò al teatro, s'introdusse nel vestibolo, s'inchinò profondamente ai bollettinai, dicendo: Abbiano la bont
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