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Aggiornato: 6 giugno 2025
Di quel sospetto nulla piú fa sdegno a Ipalca, che il sentire il traditore si fosse sottomesso all'atto indegno di dar la mano a una cantante e il core. Che sia ruffian diceva io mi rassegno, ho pazienza che sia ciurmadore; ma che una cantatrice sposata abbia, santissimo Gesú, questo fa rabbia. Io mi sento agghiacciar piú che nel verno.
Ebbe in quel verno gran caro di vittuaglie in Italia. Mandovvi pertanto con otto galee un forte di almugaveri, e alcune teride cariche di grano; onde il pregio di esso d'un subito si ammezzò , a grande sollievo dei terrazzani.
E l'avremmo vissuta tutta! Desideravamo che l'autunno si avanzasse a morire nel verno, la stagione carissima, intimissima, dolcissima per la nostra eterna contemplazione amorosa.... Eterna?... Erano forse le foglie, le ultime foglie che coprivano la terra, che ci dicevano come noi dovevamo essere felici?... Desideravamo le serate lunghe.... Com'è di fuori?
Avendo trovato fra le pagine un fiore essiccato, egli lo prese delicatamente, e porgendolo alla fanciulla con un sorriso disse: Vedi come è misericordiosa la natura e provvida. A mezzo il verno, cinti di neve, noi possiamo ancora contemplare un fiore. Esso è palliduccio, e come il ritratto di una persona cara; ce ne offre l'immagine e ci dice: la rivedrai. Maria non rispose.
Donna Livia aveva passato dunque tutto il resto del verno a Catania, ove ella non era conosciuta che dagli sventurati pei numerosi suoi benefici, per le sue elemosine intelligenti e segrete. Una sera, in sul finir dell'aprile, la duchessa si trovava in giardino colle cognate, quando don Francesco apparve sul principio di un lungo viale.
Così senza aspettare gli aliti primaverili, proprio nel mezzo del verno, il mio cuore si schiudeva in serra calda, come una pianta forzata ad arte, come la semente dei bachi messa a prova, e da tale schiudimento nasceva un nuovo amore... quel tale antropofago destinato a mangiare il suo simile... gi
Finalmente venne la primavera, e coi tiepidi aliti dell'aprile io sentii nel mio cuore innalzarsi anche la temperatura dell'amore, assopito sotto le nevi del verno.
Questa madonna, che sí dolce, altiera, un sol di tante stelle in mezzo asside, dimmi, dond'è che austera in volto ride scoprendo insieme il verno e primavera? Vedi se di vertú donna sí intera fu mai, ch'un cor a un sol riso conquide! Ma lui tropp'alta speme non affide, ché fugge 'l riso ed egli piú non spera.
Anzi né ciel né terra né 'l mar era, né averli mai veduto mi sovvenne; non verno, estate, autunno, primavera, non animai de' peli, squamme o penne; non selve, monti, fiumi, non minera d'alcun metallo; non veli né antenne, mercé ch'era del Caos in la massa d'ogni ombra piena e d'ogni lume cassa.
dicere udi’mi: «Guarda come passi: va sì, che tu non calchi con le piante le teste de’ fratei miseri lassi». Per ch’io mi volsi, e vidimi davante e sotto i piedi un lago che per gelo avea di vetro e non d’acqua sembiante. Non fece al corso suo sì grosso velo di verno la Danoia in Osterlicchi, né Tanaï l
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