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Aggiornato: 29 luglio 2025


Mezz'ora non era passata, e Gino scendeva alle Vaie, con la fretta di un uomo che ha tante notizie da dare di , a persone che le udranno con piacere, e non vede l'ora di consolarsi in quella dolce «corrispondenza d'amorosi sensi.» E le furie di poc'anzi? Deposte nella lettera, miei signori, deposte nella lettera per il suo servo Giuseppe.

Le presentiamo, caro Don Pietro, il signor conte Gino Malatesti, di Modena. Egli ha voluto dirci il suo nome, ed abbiamo saputo nel medesimo tempo che egli, per causa d'opinioni politiche, è stato mandato a confine in Querciola. Brutto paese! esclamò Don Pietro. Perchè non alle Vaie? Ma ! ribattè il signor Francesco. Glielo domandi un po' Lei. Perchè non alle Vaie?

Ecco dunque il buon prevosto delle Vaie che entra in citt

Signori miei, rispose Gino, sospirando, se il nostro venerato governo avesse saputo che Querciola era ad un'ora di cammino dalle Vaie, mi avrebbe mandato anche più in l

Ma lasciamo questi discorsi. Ai nostri amici delle Vaie toccò una di quelle fortune così rare sui monti, che sono le mattinate limpide tutto intorno, senza nebbie interposte fra essi e il gran giro dell'orizzonte che sembrano comandare dall'alto.

Quando si dice «i signori Guerri» s'intende il capo della famiglia, con una larga rappresentanza. Nel fatto non andavano mica tutti. Aminta, per esempio, non volle muoversi dalle Vaie, quantunque lo zio Orlando dichiarasse che sarebbe rimasto egli volentieri.

Si scosse, allora, richiuse i suoi fiori, ed escì sul terrazzo, per respirar l'aria viva della montagna. Era tempo. Si udiva da lunge lo scalpitìo dei cavalli. Gino ritornava da Querciola alle Vaie: appariva gi

Quando la cosa giunse all'orecchio di Don Pietro, il bravo prevosto delle Vaie rimase a dirittura di sasso. Ma da queste pietrificazioni dello stupore si rinviene poi sempre, ne rinvenne anche Don Pietro, restandogli tuttavia in corpo una grande curiosit

Così scherzava a sua volta il bravo prevosto delle Vaie, e il suo interlocutore lo lasciò dire fin che volle. Contento di aver saputo ciò che gli premeva di sapere, Gino si rallegrava di aver potuto dare un nuovo giro alla conversazione, dissimulando in questo modo la curiosit

Come mai quella lettera non era pervenuta alle Vaie? Certo, le lettere di Gino erano intercettate all'ufficio postale di Modena. Ma anche qualcuno che conosceva la sua mano di scritto le intercettava in un altro ufficio, sulla via di Fiumalbo.

Parola Del Giorno

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