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Aggiornato: 29 luglio 2025
Il vecchio Mandelli si ritirò, e in sua vece si presentarono le due facce proibite che avevano guastata la digestione del conte Gino, facendolo correre con tanta fretta dalle Vaie a Querciola. Dico facce proibite per far piacere al nostro eroe; ma nel fatto erano due facce insignificanti; completamente rase, perchè a que' tempi non si amavano le barbe, e i pizzi e i mustacchi erano proibiti come le pistole corte, anzi come le pistole d'ogni misura e le armi d'ogni genere. I due possessori di quelle facce erano vestiti di nero, e i loro atti apparivano molto cerimoniosi, ma non senza quel po' di sussiego che ha sempre indicata la dignit
Ma per allora, anche non intese in quel modo, le cortesie della cugina e di tutti i parenti delle Vaie erano molto gradite da Ruggero Guerri, e non meno dalla famiglia Campolonghi. E la conseguenza di tanto gradimento fu una argomentazione come questa: Se non possono gli sposi andare a Fiumalbo, per la stagione che sar
Quel giorno medesimo il cugino Ruggero partì dalle Vaie, calmo, tranquillo, sereno in apparenza, come era gi
Ma allora Don Pietro aveva anche cambiato parere. La chiesa e la canonica di Fagliano eran belle e ben provvedute; la mensa parrocchiale rendeva tre volte tanto di quella delle Vaie; il popolo era tranquillo e virtuoso: il sagrestano della chiesa, miracolo inaudito, era un buon diavolo, che non pretendeva di far egli da parroco; insomma, quella era proprio la man di Dio.
Udito il batter dei ferri sul ciottolato della strada, discese per chiamar Pellegrino. Ho bisogno di sapere se i due che sono partiti si fermano alle Vaie. Dovrei ritornarci io, e non mi piacerebbe d'incontrarli laggiù. Vado a vedere; disse Pellegrino. Ma senza farti scorgere!
E da quanti altri, poi! Ventiquattr'anni son lunghi, per la storia di una donnina come quella. Vive essa, vive sua madre, vivono tutti coloro che sentono meno e non danno troppe molestie al cuore. Son morti invece, l'un dopo l'altro, i miei ospiti delle Vaie. Primo il vecchio signor Francesco; poi Fiordispina; ultimo Aminta, nello scorso anno, pochi mesi dopo la sua buona sorella.
Ritornato alle mie cure, non dimenticai la storia delle Vaie. Spesso, quante volte mi accadeva di parlare con cittadini di Modena, chiedevo notizie dei personaggi che ci avevano avuta la parte loro.
Si fermò pertanto alla prima del villaggio, con grande soddisfazione del suo compagno, il quale promise a se stesso che per sua propria elezione non avrebbe mai fatta la traversata del paese. E questo si capisce benissimo, non essendo bisogno di traversare Querciola, per uno che volesse andare alle Vaie. La casa Mandelli, poichè questo era il suo nome, poteva chiamarsi egualmente una catapecchia.
«Sarebbe stato il mio vivo desiderio (diceva il padre di lui, nella lettera che gli aveva consegnato per il suo parente delle Vaie) che i nostri vincoli si restringessero maggiormente. Il mio Ruggero è giunto a quell'et
Capitolo IV. La vita alle Vaie. Venne il mattino, tiepido e fragrante mattino, uno di quelli che fanno così grato il muoversi, quando non si sta bene in un luogo, o si spera di trovar meglio, ma che per contro fanno così dolce il restare dove il soggiorno è piacevole. E il conte Gino Malatesti doveva andare a Querciola.
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