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CONSTANZA. Bastami che m'amiate per l'avvenire, quanto m'amavate prima, o che m'amiate a par di quello, che v'amo io: che mi fará subito dismenticare de' disaggi della passata servitude. PARDO. Moglie, mi sento venire meno per l'allegrezza. CONSTANZA. Ed io non posso tener le lacrime. PARDO. Vo' che abbiate un'altra allegrezza, che veggiate Cleria vostra figlia.

E però t'è di necessitá, a volere venire a la puritá che tu m'adimandi, di fare queste tre cose principali, cioè: di unirti in me per affecto d'amore, portando nella memoria tua e' benefizi ricevuti da me; e con l'occhio de l'intellecto vedere l'affecto della mia caritá che v'amò inestimabilemente; e nella volontá de l'uomo giudicare la volontá mia e non la mala volontá loro, però che Io ne so' giudice, Io e non voi.

V'amo, o Processïoni! e v'amo tutte, Pubbliche preci dalla Chiesa alzate Ad inforzarci in perigliose lutte! Io son quell'un, che da dubbiezze ingrate Afflitto in gioventù, pur vi cercai, Ed hovvi schiettamente indi onorate. E non sol nelle feste, ove, i suoi rai Nascondendo, intervien l'Ostia divina, D'indicibil dolcezza io m'esaltai;

Come sono belli; io vi amo e vi saluto. Vi amo perchè dai vostri calici spira una dolcezza triste e solitaria; v'amo perchè la bruna fanciulla poetica pure vi ama; v'amo infine perchè siete i fiori, i figli della primavera. *Dei piaceri nell'estate.* Le tiepide aurette primaverili più non scuotono mollemente la nera treccia di capelli.

che mira quanto sète tenuti e obligati a me a rendarmi amore, poi che Io tanto v'amo, e perché Io so' somma ed etterna bontá, degno d'essere amato da voi. Come le predecte cose, che sono decte intorno a la excellenzia del sacramento, sono decte per meglio cognoscere la dignitá de' sacerdoti. E come Dio richiede in essi maggiore puritá che nell'altre creature.

Non m'inganno: vi voglio bene. Egli impallidiva sempre più. Un tremolio gli agitava gli angoli delle labbra. Ve ne scongiuro, Laura, non mentite! Rimanete bella, malvagia, seducente, ma indifferente, ma lontana, ma inafferrabile! Se volete che v'adori, ditemi che non mi amate. Io non vi capisco, voi siete pazzo, Cesare: io so che v'amo. Addio, Laura. Non ve ne andrete, spero. Me ne vado; addio.

LIDIA. Orsú, Cintio mio, poiché voi affermate che cosí voi m'amate come v'amo io, e che i vostri amori non sono vani o lascivi ma da sposi, con licenza de' nostri padri potremo sposarci insieme. AMASIO. Eccovi qui prontissima la mia fede d'esservi sposo e servo mentre vivo; però calate giú, anima mia, accioché la possiamo insieme stringere.

Molti fra voi m'amano e sanno ch'io v'amo. V'amo come s'ama una speranza d'immortalit

le nostre anime rimasero. Io non seppi dirle: V'amo. Ella, forse paventando l'ora, disse: Rientriamo; è gi

Nei giardin' delle Fate viaggiam fermi e sicuri. Oh ve' laggiù l'acanto protende i rami oscuri: e nulla v'impauri perch'io vi guardo e v'amo. Ma il bacio sovra umano, voi mi concederete? O belle, udite, udite il dolce incantamento. Amor fa il suo lamento nelle valli romite. La gioconda brigata che s'apparecchia a festa è giovine e sbrigliata ma non ha sale in testa.